Comunicati stampa |
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Patto di stabilità, fronte unico per la revisione

Provincia, Comune di Pesaro e fornitori: «Modificare regole e obiettivi»

PESARO –  Ormai è un incubo. Il patto di stabilità, per Provincia e Comune di Pesaro, allo stato attuale suona come un Requiem per l’economia del territorio. «Gli effetti sono evidenti: è ora di cambiare le cose», ripetono all’unisono Matteo Ricci e Luca Ceriscioli. Che già nei mesi scorsi, in segno di protesta, hanno deposto le fasce davanti al prefetto Alessio Giuffrida. E oggi rilanciano, chiamando a raccolta i fornitori di amministrazione provinciale e comunale a Palazzo Montani Antaldi. L’obiettivo è la creazione di un «fronte unico» con i creditori, per la revisione del meccanismo contabile che mira al controllo della spesa degli enti locali. Perché secondo gli amministratori, nel computo del patto, vanno rivisti i «vincoli» che si ripercuotono negativamente su cittadini e imprese: «Il problema non è amministrativo ma economico – evidenzia Ricci davanti ai fornitori-. Gli effetti ricadono su aziende, lavoratori e famiglie. Allentare il patto significa salvare posti di lavoro». Non solo: «La questione si inserisce nel contesto generale dei tagli ai territori. Che hanno effetti drammatici: altro che federalismo fiscale». Nel 2010 la Provincia ha dovuto sospendere oltre 9 milioni di pagamenti ai fornitori: «Abbiamo anche coinvolto le banche – continua il presidente - per rimettere in moto gli investimenti. Vogliamo vedere se è possibile, finchè non cambia la situazione, perfezionare questa piccola soluzione temporanea. E studiare con voi altri rimedi che possano alleggerire, almeno in parte, gli effetti dei vincoli. Ma è chiaro che da Roma vanno rivisti i meccanismi generali».

Sulla stessa lunghezza d’onda Ceriscioli: «Così si mette in grande difficoltà il sistema della piccola e media impresa – sottolinea il sindaco -. Il patto di stabilità è un concetto troppo spesso teorico, ma per i fornitori che aspettano i pagamenti assume grande concretezza. E noi vogliamo distribuire risorse che oggi siamo costretti a tenere nel cassetto. Al Governo chiediamo, insieme ai creditori e a tutti i soggetti coinvolti, di rivedere i parametri complessivi. Insieme abbiamo una possibilità in più. E’ un’iniziativa istituzionale e non politica».

Altre voci: «Il patto ingessa gli enti locali e paralizza gli investimenti», rileva l’assessore provinciale Renato Claudio Minardi. Che poi aggiunge: «Vogliamo liquidare i creditori, ma non possiamo. Serve un fronte comune contro i tagli alle opportunità di sviluppo e crescita». Concetti ribaditi anche dall’assessore al bilancio comunale Antonello Delle Noci: «Siamo un’amministrazione virtuosa e abbiamo 11 milioni di avanzo. Ma, a causa dei vincoli, non possiamo impiegarli verso i fornitori. E così 4 milioni di pagamenti sono bloccati. Serve un nuovo “patto”, con le necessarie modifiche che ci consentano di soddisfare i bisogni del territorio». Il documento, sottoscritto dalla platea di amministratori e fornitori delle pubbliche amministrazioni, sarà inviato al Governo, ai capigruppo parlamentari e ai deputati e senatori eletti nelle Marche. Nelle richieste, oltre alla generale «modifica degli obiettivi e delle regole del patto di stabilità», anche lo «sblocco dei residui passivi in conto capitale dei Comuni e della Provincia» unita all’esclusione, nella procedura di conteggio del saldo utile al patto, «degli accertamenti e degli impegni per la parte corrente e delle riscossioni e dei pagamenti finanziati da Stato, Regione, Unione Europea ed enti in conto capitale». Poi il messaggio finale: «Provincia e Comuni sono disponibili a concertare tutte le misure di contenimento della spesa pubblica che, senza inibire lo sviluppo, contribuiscano a migliorare il rapporto tra debito e Pil».

torna all'inizio del contenuto