Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Paolo Rumiz a Pesaro catalizza l’attenzione di studenti e cittadini sui retroscena della guerra nella ex Jugoslavia

Doppio incontro nell’ambito del progetto sulla legalità portato avanti dalla Provincia, dal liceo scientifico e musicale “Marconi” e dall’Associazione nazionale magistrati sottosezione di Pesaro

PESARO – La mattina ha catalizzato l’attenzione delle centinaia di studenti del liceo scientifico e musicale “G.Marconi”, rimasti per due ore in assoluto silenzio ad ascoltare i retroscena del conflitto che ha sconvolto i Balcani. Il pomeriggio ha parlato agli adulti, in un’affollata sala del consiglio provinciale, soffermandosi sui meccanismi della guerra attraverso le sue esperienze personali come inviato in Bosnia. Il giornalista e scrittore Paolo Rumiz è stato il protagonista del doppio appuntamento che si è tenuto a Pesaro nell’ambito del progetto sulla legalità e responsabilità nato dalla collaborazione tra Provincia, liceo scientifico e musicale “G.Marconi” e Associazione nazionale magistrati sottosezione di Pesaro. “Maschere per un massacro”, dal titolo di un libro scritto da Rumiz 15 anni fa, è stato il tema dell’incontro, che ha voluto analizzare tutte le maschere dietro cui sono stati celati i veri motivi di quella guerra.

“In un paese basato sulle tangenti come era allora la ex Jugoslavia, in mano ad un potere politico fallimentare che non aveva saputo gestire in modo equo l’economia – ha evidenziato  Rumiz - è stato creato il modo per offrire a tutti un nemico. Quello che doveva essere uno scontro politico a viso aperto, si è trasformato in uno scontro etnico – religioso e criminale, con un sadico gioco di ingegneria etnica”. Una situazione come quella dei Balcani si potrebbe riproporre anche da noi? Il libro “Maschere per un massacro”, presentato dal giornalista Franco Bertini, è stato ristampato proprio per invitare ad essere vigili.

“Bisogna fare attenzione – ha detto nel suo intervento il presidente della Provincia Matteo Ricci, dopo l’introduzione dell’assessore alla Pubblica istruzione Alessia Morani – alla dinamica della paura e dell’enfatizzazione delle paure che poggiano su elementi identitari e che spesso sono la scusa per ottenere altri risultati. Proprio ieri, nel consiglio provinciale, abbiamo parlato della cittadinanza a figli di stranieri nati qui. Voler bene alla propria terra non significa costruire steccati per difendersi e soprattutto soffiare sulle paure”.

Cosa insegna l’esperienza della ex Jugoslavia? Solo pochi giorni  prima della guerra, la marcia pacifista di Sarajevo aveva coinvolto 300mila persone. “Sono uscito a pezzi dall’esperienza in Bosnia – ha aggiunto Rumiz –, perché non riuscivo a spiegare ai miei lettori questa ovvietà: di fronte ad un male prevedibilissimo, il bene è stato incapace di prevedere ciò che lo avrebbe portato via. All’arrivo della guerra, si è rimasti quasi increduli, con disarmato stupore, nonostante i segnali ci fossero tutti”.

Oltre a “Maschere per un massacro”, è stato presentato, a cura di Massimiliano di Pasquale, di un altro libro di Rumiz, “La cotogna di Istanbul”: una storia d’amore, scritta in versi, sempre sullo sfondo della guerra in Bosnia.

       

 

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