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Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Oltre 200 persone all’inaugurazione della mostra antologica su Giovanni Gentiletti

La figlia Ilaria: “Vorrei trasformare l’atelier di mio padre in una casa - museo aperta al pubblico”. L’esposizione, ad ingresso libero, è patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Pesaro

PESARO – Oltre 200 persone tra autorità, artisti, colleghi del Tam (Centro per la lavorazione artistica dei metalli di Pietrarubbia) e cittadini sono intervenute all’inaugurazione della mostra antologica “Giovanni Gentiletti”, allestita nello storico Palazzo Gradari di Pesaro a due anni dalla scomparsa dello scultore.
Fortemente voluta dalla figlia Ilaria (che ne ha curato l’allestimento, aiutata dai docenti del Tam Massimo Sassi, Maurizio Mazzoli, Luigi Scatassa e da un ex allievo, Andrea Corradi) e patrocinata dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dal Comune di Pesaro con il contributo di numerosi sponsor, l’esposizione, ad ingresso libero, propone un suggestivo “viaggio” nel mondo dell’artista, ripercorrendo l’intero arco della sua produzione.

“E’ come se mio padre rivivesse attraverso le sue sculture”, ha detto Ilaria Gentiletti ringraziando il presidente della Provincia Matteo Ricci, il sindaco Luca Ceriscioli, l’assessore alla Cultura del Comune di Pesaro Gloriana Gambini ed il presidente del Consiglio provinciale Luca Bartolucci (tutti intervenuti all’inaugurazione) per aver creduto e dato forma all’obiettivo di una mostra antologica. “Vorrei trasformare l'atelier di mio padre – ha aggiunto - in una casa-museo aperta al pubblico”.

“Questo inverno – ha raccontato Matteo Ricci – sono stato portato da Luca Bartolucci nel luogo dove la creatività di Gentiletti prendeva forma e la figlia ci ha raccontato la storia di ogni opera. Con il sindaco e l’assessore Gambini abbiamo pensato allora ad una mostra in una sede centrale della città, che valorizzasse al meglio questo grande scultore. Gli artisti hanno una marcia in più: il loro segno rimane per sempre. Il nostro compito è quello di fare in modo che quel segno possa essere messo in evidenza”.

“Il bellissimo allestimento nella sala nobile di Palazzo Gradari – ha evidenziato l’assessore Gloriana Gambini – trasmette forza ed eleganza e sprigiona un grande calore: è forte l’intreccio tra gli aspetti della ricerca e gli affetti”.

Guidati dallo storico e critico d’arte Jacqueline Ceresoli, i presenti (tra cui una folta delegazione del Comune di Pietrarubbia, guidata dal sindaco Roberto Chiarabini) hanno potuto ammirare, nel cortile di Palazzo Gradari, la “Porta dei sogni”, per poi arrivare nelle tre sale dell’esposizione, lasciandosi alle spalle, lungo le scale, le lastre sbalzate delle “rondini in volo” e le “forme zoomorfe”. Un percorso che, come evidenziato da Jacqueline  Ceresoli, “stanza dopo stanza crea un racconto, un’evoluzione nello spazio e nel tempo”.

Nella prima sala si trovano infatti le creazioni degli esordi, “un naturismo simbolico, mitologico, evocativo” fatto di aironi, ibis rosso e tante creature immaginarie, per poi lasciare spazio, nella seconda sala, alle maestose forme geometriche, ai coni, ruote, ma anche ai libri aperti o altaroli, “che contengono misteriosi segni quasi a raccontare un’evoluzione nel tempo”. C’è poi l’ultima fase creativa, quella degli anni 2000 e dei moduli dei rettangoli ripetuti, “che, se visti uno ad uno, sono tutti capitoli di un tempo diverso, che raccontano la tensione verso l’assoluto”. Una tensione evidente nel filmato proposto nell’ultima sala, che propone molti momenti creativi dell’artista, quasi in simbiosi con il suo materiale preferito, il rame. “Gentiletti aveva la capacità – ha aggiunto la critica d’arte - di trasformare la pesantezza del metallo in carta velina, dandogli la leggerezza dell’aria”.

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 17.30 alle 22.30. Molto apprezzato il catalogo, con foto di Luciano Dolcini, grafica Daniela Marchini.

Info: 347.7219106
 

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