Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

"Nelle Marche la criminalità organizzata può annidarsi nel tessuto economico"

Al centro dell'attenzione riciclaggio di capitali e appalti

PESARO - “Nei giorni successivi all’omicidio Bruzzese, avvenuto il 25 dicembre scorso in pieno centro storico pesarese, abbiamo avuto in Procura tante persone venute spontaneamente a riferire e questo è il prezioso tesoro del nostro tessuto sociale, nell’ambito del quale nessuno si azzarderà ad instaurare il metodo mafioso, che ha i suoi perni nell’intimidazione, nell’assoggettamento e nell’omertà, perché questo è un territorio che non appena riceve minacce di tipo mafioso si precipita a denunciare. Ma se la permeabilità della criminalità organizzata non è nel metodo mafioso, può annidarsi invece nei fenomeni economici, nel riciclaggio di capitali provenienti da operazioni illecite. Bisogna fare attenzione alle sirene delle cessioni vantaggiose di attività esistenti, all’accoglimento di soci che si presentano con disponibilità finanziarie, ai fenomeni delle insolvenze”. E’ quanto evidenziato dal procuratore della Repubblica di Pesaro Cristina Tedeschini nell’incontro pubblico “Le criminalità organizzate nelle Marche” svoltosi in una gremita sala “Pierangeli” della Provincia, promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati delle Marche, dal Coordinamento Antimafia di Pesaro Urbino e dalla Provincia di Pesaro e Urbino, nell’ambito del ciclo di iniziative “Primavera della legalità”.

MAFIA PRODUTTRICE DI BENI E SERVIZI

“Le Marche - ha detto il procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona Sergio Sottani - sono una regione sana e proprio per questo c’è il rischio che non vengano percepite le infiltrazioni mafiose che pure ci sono e che hanno visto anche condanne. Non possono più considerarsi un’isola felice, rappresentano una nuova frontiera per la criminalità organizzata, che ha la sua forza nella capacità di corruzione e di mimetizzarsi dietro al denaro. La mafia si manifesta oggi in forme diverse, è diventata produttrice di beni e servizi, bisogna fare attenzione non solo ai traffici di denaro ma anche di merci. In questa regione c’è un aumento spaventoso del consumo di stupefacenti, e chi è che li offre, se non le associazioni mafiose? Vanno tracciati sempre più i flussi di denaro, con maggiori controlli anche al mondo degli appalti”. Ha poi aggiunto: “Questa regione ha molti collaboratori di giustizia, questo è fondamentale per la lotta alla mafia, ma va innalzato il livello di attenzione”.

LOTTA AL REIMPIEGO DI CAPITALI ILLECITI

Come sottolineato dal procuratore della Repubblica di Ancona Monica Garulli, “qualsiasi operato necessita di strutture per rendere efficace l’azione, nella Procura di Ancona c’è una scopertura di organico del 40%, con una situazione di sofferenza anche per le forze dell’ordine. L’assenza di mezzi crea problemi all’azione di contrasto, bisogna avere risorse per poter lavorare. Il principale settore di intervento nelle Marche è il riciclaggio, non si respira un radicamento stabile di gruppi, ma le indagini attestano la presenza di soggetti contigui ad associazioni criminose che possono favorire il reimpiego di capitali illeciti. In conseguenza alla crisi economica, il tessuto di piccole e medie imprese espone questo territorio ad una condizione di vulnerabilità, di spoliazione. La situazione tipica è quella del soggetto che sta per fallire e che si affida ad una organizzazione criminale. Particolare attenzione va anche alla ricostruzione post sismica”. Un’analisi dei provvedimento giudiziari più significativi emessi nelle Marche a partire dagli anni ‘90 è stata fatta dall’avvocato del Foro di Pesaro Ramona Bizzarri, che ha evidenziato come nella regione vi siano state, ad oggi, due condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso.

CULTURA DELLA LEGALITA’ E COESIONE SOCIALE

Per tutti i relatori, coordinati dalla presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati sezione Marche Valeria Cigliola, il primo antidoto contro la criminalità organizzata resta la cultura della legalità. Momenti di confronto e discussione pubblici come quello organizzato in Provincia sono stati definiti di fondamentale importanza per rinsaldare quella coesione sociale che rappresenta la principale risposta alla mafia, il cui obiettivo è quello di disgregare. “Ringrazio il presidente della Provincia Giuseppe Paolini, che si trova all’estero per un precedente impegno ma che, condividendo il valore dell’iniziativa, ci ha chiesto di non rinviarla. Da anni il Comune di Isola del Piano, di cui Paolini è sindaco, si è fatto carico di gestire un bene confiscato alla criminalità organizzata. Se da un lato è difficile confiscare beni, ancora più difficile è gestirli, ed invece è importante farlo perché ha una grande valenza sociale: la ‘Fattoria della Legalità’ di Isola del Piano è un luogo di informazione, incontro e punto di riferimento per la regione”. In rappresentanza di tutte le realtà facenti parte del progetto “Primavera della legalità” è intervenuto Francesco Montanini: “Questi incontri sono importanti occasioni di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata, che in Italia ha un giro d’affari di 200miliardi di euro l’anno, cioè il 7% del Pil nazionale”.

 

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