Comunicati stampa |
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Maria Luisa Busi: «La felicità è libertà»

La giornalista racconta i retroscena delle sue dimissioni dal Tg1

PESARO –  Per Maria Luisa Busi («Un onore partecipare a un festival del genere: il segreto della felicità è la libertà, il segreto della libertà è il coraggio») ci sono «brutte notizie» per il Paese, la Rai, la stampa e la libertà d’informazione. Insomma, è tutto da rifare: «E’ un problema di democrazia», spiega sul palco del festival della felicità, incalzata dalla moderatrice Simona Ercolani. E mentre lo dice, dà alla platea la sua versione dello scontro con Augusto Minzolini, con relative dimissioni dal Tg1. «Sono felice di avere fatto quello che ho fatto. Sentivo che era la cosa giusta. Un giornalista ha doveri precisi. Ancora di più se appartieni al servizio pubblico. Il Tg1 era un telegiornale istituzionale, mai stato di parte. Se diventa rappresentativo di una sola voce, diventa un grande problema». Poi aggiunge: «Non sapere non lascia libertà di scegliere. E i cittadini, che sono gli unici editori della Rai, hanno il diritto di conoscere. Non si può mentire, censurare e manipolare». Il bersaglio, ovviamente, è il «Direttorissimo»: «Ha detto che se ne va quando anche Berlusconi se ne andrà? Allora c’è una buona notizia, finalmente, perché si intravede un orizzonte». E ancora: «Dice che al Tg1 è sempre stato così? Si ricorda male, dovrebbe fare una cura di fosforo. Riotta se ne andò da solo, per dirigere il Sole 24 Ore». C’è il riferimento al crollo di ascolti («Innegabile, il Tg1 è passato da 8 a 5 milioni di telespettatori»), ai dati e ai fatti, «che non sono di destra né di sinistra». Per cui, «l’informazione-intrattenimento alla Minzolini, con gelati al peperoncino, coccodrilli che escono dai laghi e amenità varie, fa parte di una concezione che considera i telespettatori come cavalli.  Che hanno bisogno dello zuccherino. Ma gli italiani non si fanno ingannare, come si è visto alle ultime comunali». Critica il «”panino” che ho visto al Tg1: riduce tutto a marmellata», poi spiega che «se anche un’altra collega, recentemente, ha lasciato il telegiornale (Elisa Anzaldo, ndr), ho detto qualcosa di vero».  Cita il «metodo Boffo» e, infine, chiosa: «Il problema non è Minzolini ma l’anomalia che stiamo vivendo da anni. Siamo ai confini del mondo per libertà di stampa e informazione, appaiati alla Thailandia. Serve una legge sul conflitto d’interessi. Ci sono altre persone che vorrebbero ribellarsi come me, ma non possono perché sono precarie. Adesso però il re è nudo».

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