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Origine: Informazione e stampa - Autore: Ufficio stampa

"Marcolini non faccia il Tremonti. La Regione si confronti con tutti"

Matteo Ricci:"Salviamo la coesione sociale"

PESARO — «Dobbiamo salvaguardare, da questa manovra drammatica e devastante per gli enti locali, la coesione sociale, che è l’elemento centrale del modello marchigiano». Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci già si prepara all’autunno, quando Regione, Province e Comuni «saranno costretti a fare scelte dolorosissime, imposte dalla manovra di Tremonti».
Qual è l’obiettivo?
«A livello politico non dare ragione a Tremonti che punta alla disgregazione dei rapporti tra gli enti locali. Alla guerra del tutti contro tutti. Sarebbe un errore drammatico».
A chi è rivolto questo messaggio?
«Soprattutto a Spacca, alla Regione che non può pensare di risolvere i suoi problemi e di passare il cerino ai Comuni ed alle Province. Spero che Marcolini non faccia il Tremonti. Anzi, questa è la nostra richiesta». Cosa si dovrebbe fare?
«Io credo che a settembre la Regione debba convocare un tavolo permanente con gli enti locali per affrontare gli effetti di una manovra Finanziaria drammatica. Non solo per il suo effetto depressivo sulla ripresa economica ma anche per i rischi che salti quella coesione sociale che nelle Marche è sempre esistita».
Proposte concrete?
«Preso atto che la manovra è sbagliata. Sostenuta la battaglia politica contro queste decisioni, bisognerà ragionare su due punti di partenza: non sempre la centralizzazione delle scelte e soprattutto della gestione è positiva; definire qual è il ruolo di ciascun ente».
In sostanza definire “chi fa cosa”?
«Proprio così. Non è più il tempo delle sovrapposizioni di competenze, finanziamenti e ruoli. Io immagino una Regione che debba diventare un soggetto snello che, sostanzialmente, legifera e non gestisce. Ovviamente fatta eccezione per la Sanità. Inutile competere o sovrapporci a livello locale. Dobbiamo dividerci i ruoli, anche perché è inutile o dannoso fare le stesse cose».
Le sembra possibile?
«Io credo di sì. Porrò questa visione sul tavolo di confronto permanente che la Regione penso dovrà avviare. Sono inutili, ad esempio, i contributi a pioggia che ancora si distribuiscono da Ancona».
E il ruolo della provincia
«A differenza della propaganda negativa che è stata fatta, l’ambito provinciale è il più adatto per tante cose. E’ l’ambito ottimale per i servizi pubblici locali, per la gestione di alcuni settori. Io, ad esempio, non sono d’accordo sull’Ersu unico e su altre centralizzazioni di cui ho sentito parlare. Ci sono ambiti che vanno rispettati».
Rilancia l’abolizione degli Aato?
«Non credo che sia un’eresia pensare che, a fronte di un’assemblea dei sindaci che mantiene la competenza politica sul tema dei rifiuti e dell’acqua, la gestione tecnica può essere affidate agli uffici provinciali. Senza ulteriori doppioni».
E’ necessaria, comunque, una razionalizzazione...
«Dobbiamo aiutare i Comuni, ad esempio, a mettere insieme tutti i servizi in maniera omogenea. Nel piano territoriale indicheremo dei bacini omogenei non solo per la pianificazione territoriale, ma anche per la gestione dei servizi. Sulla quale va fatto un ragionamento a livello regionale».
Ovvero?
«La legge voluta da governo e maggioranza ci costringe a prendere atto che è necessario un disegno a livello regionale sui servizi pubblici locali. C’è qualcuno che ha interesse a far entrare sette-otto soggetti privati, magari multinazionali, nella nostra regione?».
Si dovrebbe fare di necessità virtù...
«Proprio questo: dai provvedimenti di privatizzazione del governo trovare la spinta per rilanciare anche nel rapporto con i privati. Credo che, ad esempio, vada rivisto, in un vero e proprio patto, il rapporto con le fondazioni bancarie. Orientando gli interventi verso il sostegno al welfare, ai servizi sociali ed alla persona. Nel senso sempre della coesione. Alla stessa maniera anche le imprese dovranno dare una mano per il settore culturale».
Da settembre cambia tutto.
«Dobbiamo orientarci a giocare una partita diversa. Insieme».

Luigi Luminati

 

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