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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Manovra, Matteo Ricci: «Mobilitazione e autoriforma »

Incontro in Provincia con l’assessore regionale Pietro Marcolini e il sindaco Ceriscioli

PESARO – «Un meccanismo assolutamente non sostenibile. E che richiede, dopo la pausa estiva, una vasta mobilitazione». Così il presidente Matteo Ricci sulle conseguenze della manovra 2011 sugli enti locali.  «Lo scorso anno – ha detto nella sala del consiglio provinciale nell’incontro con l’assessore regionale Pietro Marcolini e il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli – avevamo fatto previsioni che hanno innescato almeno un meccanismo di consapevolezza tra i cittadini e che poi si sono, purtroppo, realizzate. Questa volta non c’è stato il tempo e non ci sono state le condizioni. Ma è chiaro che alla fine dell’estate il discorso va riaperto». E ancora: «Il federalismo è morto. O meglio: è rimasta solo la versione che aumenta le tasse. Ma da anni si tagliano risorse agli enti locali per il rientro del bilancio dello Stato». Per il presidente, «Comuni e Province, in questa situazione, sono impossibilitati a contribuire alla crescita economica. I vincoli del patto di stabilità, allo stato attuale, impediscono anche l’avvio dei minimi lavori pubblici. E’ necessario fare un tentativo, dopo l’estate, per modificare la politica economica, finora completamente sbagliata». Non solo: «Sul tema dell’alluvione abbiamo avuto una diversità di trattamento scandalosa. Con il Milleproroghe ci dicono di alzare le imposte e l’accise sulla benzina. Continuo a credere che bisogna portare i marchigiani a Roma in autunno..». Poi indica la linea: «Con questo parlamento – continua Ricci - non avremo mai riforme. Dobbiamo aprirci, perciò, nuovi spazi dal basso. Con nuovi ragionamenti sulla sussidiarietà, in termini non ideologizzati. Tra Regione ed enti locali occorre avviare processi partecipativi, per gestire l’emergenza e per la riorganizzazione degli enti locali. Una sorta di autoriforma. Se qualche sindaco propone una fusione di Comuni, possono innescarsi meccanismi virtuosi a livello regionale?». Mette in guardia dal rischio dell’antipolitica, sottolineando che «le Province sono sotto tiro, ma in realtà sono l’ultima voce nei bilanci dello Stato per i costi della politica (113 milioni all’anno, contro i 416 del parlamento, i 900 delle Regioni, e i 617 dei Comuni, ndr)». Infine: «Non smettiamo di progettare e pianificare il futuro». Per l’assessore regionale Pietro Marcolini, «la manovra è depressiva, iniqua e non corretta nella ripartizione degli oneri. Si colpiscono i dipendenti, i contribuenti onesti, gli anziani, le famiglie, i servizi, gli incentivi alle piccole e medie imprese, le deduzioni e le detrazioni. Con particolare riferimento agli assegni famigliari. Mentre la tassa sulle rendite finanziarie è evocata ma solo rinviata. Le Regioni vedono la riduzione dell’83 per cento delle risorse variabili. I tagli alla sanità, nel 2013-2014, saranno di 8 miliardi a livello globale. Ciò significa che nel nostro territorio ci saranno 200 milioni in meno su base annua». Ripercussioni sugli enti locali: «I Comuni saranno costretti ad alzare le tasse sulla casa. Le Province? Stando alle previsioni sono le più tartassate, con tagli di 800 milioni su una base trasferita di 710 milioni entro il 2014. Si vuole risparmiare sull’ossigeno, ma così facendo si muore…». La strada è obbligata: «Riorganizzare la sanità nei prossimi mesi, perché dopo i tagli sarà il 90 per cento dell’attività regionale. Tutelare le fasce più deboli e sostenere la crescita. Risocializzare i servizi per le prime fasce d’età e per le ultime. Senza tralasciare l’educazione e l’innovazione». «Siamo tutti sulla stessa barca – evidenzia il sindaco Ceriscioli -. C’erano alternative al sovraccarico dei sacrifici sui dipendenti e sugli enti locali? O le categorie dove si pesca sono sempre le stesse? Va bene stare attenti ai bilanci con atteggiamento responsabile. Ma bisogna anche considerare una equa distribuzione…».

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