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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Manovra, la Provincia «impacchetta» il Mengaroni per Tremonti

Ricci: «Pronti a riconsegnare a Roma le competenze dell’edilizia scolastica»

PESARO – «Vogliamo continuare a fare crescere una consapevolezza, che ancora non c’è nei cittadini e nell’opinione pubblica. La manovra è l’esatto contrario del federalismo: non sono tagli alle Regioni e agli enti locali, ma alle persone. E la situazione, senza modifiche, sarà drammatica…». Invoca la revisione della Finanziaria Matteo Ricci e torna alla carica con una nuova «cartolina», spedita questa mattina al ministro Giulio Tremonti. «Gli avevamo fatto recapitare l’asfalto con le buche. Adesso abbiamo impacchettato un edificio scolastico. Perché, anche su questo fronte, siamo pronti a riconsegnare le competenze a Roma, se non saremo messi nelle condizioni di svolgere le nostre funzioni…». Parla davanti all’Istituto Mengaroni «infiocchettato» dai nastri simbolici, affiancato dagli assessori Massimo Galuzzi e Alessia Morani. «Già ci sono grandi difficoltà per gli investimenti ordinari e per la costruzione di nuovi edifici – sottolinea il presidente della Provincia -. Se il decreto rimane invariato, saranno impossibili anche gli interventi minimi per la manutenzione e la messa a norma delle strutture. Si parla di tagli agli sprechi, ma non è questo il vero problema. Vanno combattuti con la sobrietà ed è quello che già stiamo facendo, ma così riusciamo a recuperare solo qualche migliaia di euro. Mentre con la manovra avremo 140 milioni di euro in meno per il territorio, da qui al 2012». Ricci allarga l’orizzonte e vede altri rischi: «Ovunque, in tempo di crisi, si investe su formazione, ricerca e innovazione: da noi si fa l’opposto. Come si fa a parlare del futuro dei nostri figli? Sarà indebolita la democrazia, perché si colpiranno le classi sociali più deboli. I tagli si ripercuoteranno sui redditi medio-bassi, ma il diritto alla scuola è universale e sacrosanto…». Galuzzi fa le stime: «Per l’edilizia scolastica, abbiamo calcolato, con la manovra, il 67%  di riduzioni su finanziamenti e investimenti». La Provincia ha la competenza su 40 strutture: «Sono datate e hanno bisogno di interventi. Come faremo?». C’è il problema della sicurezza, «che diventerà un peso enorme. La Regione, con uno sforzo notevole, ha messo 3 milioni per le Marche. Ma sono briciole se manca il contributo statale: non possiamo contare sul rifinanziamento delle leggi di settore. E siamo bloccati anche dai vincoli del patto di stabilità. Se non ci fossero, si potrebbe partire con il risanamento delle strutture». Aggiunge la Morani: «La scuola era il grande ascensore sociale del Paese: adesso si cancella il suo ruolo. Nelle Marche si perderanno 2400 posti di lavoro in due anni, tra personale docente e Ata. Nella provincia saranno tagliati 113 docenti nel prossimo anno scolastico. Un licenziamento di massa, che passa sotto silenzio». Ci sono altri problemi: «L’aumento degli alunni per classe renderà problematico garantire la qualità. C’è il blocco delle deroghe per i posti di sostegno previsto dalla manovra. Avevamo chiesto di toglierlo dalla Finanziaria, ma il Governo è andato contro la sentenza della Corte costituzionale». E ancora: «Si sono ridotte le sezioni a tempo prolungato delle scuole secondarie di primo grado, si sta snaturando il modello educativo delle scuole dell’infanzia e saranno centinaia i precari che a settembre resteranno senza lavoro…». Ci sono anche i rappresentanti dei comitati genitori-insegnanti a difesa della scuola pubblica. Mauro Marinucci, referente del comitato di Pesaro: «I tagli sono sulle spese di funzionamento. Ci saranno problemi su tutto: formazione, docenti, supplenti, ore, compresenze. Vogliamo far capire a tutti cosa succederà…». 

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