Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

L’università: «Collaboreremo»

Ucchielli ha presentato lo strumento di programmazione al Senato accademico

Urbino. «Il piano ci piace, siamo pronti a collaborare». Il Senato accademico ha ascoltato e preso appunti durante la relazione che il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli ha tenuto nell’aula magna della facoltà di economia e commercio per presentare il “Piano triennale di sviluppo ecosostenibile”. E alla fine rettore, presidi e docenti non hanno avuto dubbi. Il nuovo strumento di programmazione per la crescita del territorio nel rispetto dell’ambiente va “promosso” e, per proseguire il lavoro, l’ateneo metterà a disposizione dello staff della Provincia saperi, conoscenze, mezzi e strutture. La stesura definitiva dell’elaborato avrà dunque anche il contributo scientifico dell’università di Urbino, che ha avviato un “nuovo corso” all’insegna del dialogo con il territorio.

Giovedì mattina il viaggio del Piano di sviluppo ecosostenibile, per raccogliere suggerimenti e proposte, ha fatto tappa sotto i Torricini, nella culla del sapere. A illustrare le linee guida dello strumento, adottato dal consiglio provinciale a fine settembre e che prima dell’approvazione di giugno è ora in fase di consultazione e di “ascolto” della comunità, c’erano il presidente Ucchielli, gran parte degli assessori di giunta, il presidente del consiglio, il direttore generale e tutto lo staff dei dirigenti.

In dieci cartelle Ucchielli, con accanto il rettore Giovanni Bogliolo e di fronte il Senato accademico al gran completo, ha spiegato la filosofia dello strumento che, come un grande piano regolatore, individua scelte, strategie e progetti tutti attraversati dal “filo verde” della compatibilità ed ecosostenibilità e dall’obiettivo di fondo del riequilibrio tra costa e aree interne: si va dalla valorizzazione dei beni storico naturali, allo sviluppo dell’agricoltura biologica e dei prodotti tipici locali, dalle certificazioni Iso per le imprese, alle reti informatiche, dalla formazione e qualità del lavoro, all’incentivazione dell’imprenditorialità giovanile e femminile, fino al sostegno alle politiche di contenimento del consumo energetico e di promozione di energie rinnovabili.

«Per una migliore definizione degli obiettivi del nostro Piano - ha sottolineato Ucchielli - è essenziale il rapporto con l’università che con il suo patrimonio conoscitivo, scientifico e operativo costituisce uno dei pilastri della politica di sviluppo del territorio. La Provincia ha sempre trovato nell’ateneo urbinate un interlocutore sensibile e disponibile con il quale ha attivato numerose forme di collaborazione che vanno approfondite. Ritengo che l’università possa fornire un contributo decisivo, non solo attraverso uno scambio di informazioni e banche dati, ma anche con l’elaborazione di tesi di laurea su aspetti legati al territorio da parte di studenti impegnati in stage negli uffici dell’Amministrazione provinciale».

Un invito subito accolto dal rettore Bogliolo che vede nel Piano di sviluppo «un’occasione unica per fornire un contributo allo sviluppo della provincia» e realizzare così l’obiettivo di «un’università come parte attiva del sistema territorio».

Concordi anche i rappresentanti del Senato accademico. Il professor Umberto Giostra della facoltà di scienze ambientali ha sottolineato la «necessità delle competenze scientifiche dell’ateneo per completare l’elaborazione del piano, che ho apprezzato anche perché si è trattato di un processo volontario, la giunta provinciale non era infatti tenuta a pianificare uno sviluppo sostenibile». Mentre il professor Gervasio Antonelli della facoltà di economia e commercio ha fatto notare che andrebbero approfonditi gli aspetti legati all’agricoltura come “guardiano dell’ambiente” e allo sviluppo rurale per la valorizzazione delle aree interne. Si è soffermato invece sui problemi legati alla disoccupazione giovanile il prorettore vicario Mauro Magnani: «I nostri ragazzi si impegnano per laurearsi e poi, dopo tanta fatica, non trovano lavoro». E rispondendo a Ucchielli, che aveva parlato di un “tasso di disoccupazione del 4,3% ben al di sotto della media nazionale”, ha fatto notare che «dalle nostre parti c’è un’alta disoccupazione di personale qualificato. Bisogna trovare occasioni di lavoro per i ragazzi che formiamo qui all’università. I possibili sbocchi? Per esempio il cablaggio del territorio e il recupero del patrimonio artistico». Infine Riccardo Mazzoni della facoltà di scienze politiche ha auspicato «maggiore attenzione ai problemi delle piccole e medie imprese legati alla competitività».

 

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