Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Presidente Ucchielli

Legge finanziaria 2003 e decentramento amministrativo

Le richieste della Provincia di Pesaro e Urbino al Governo

In questi giorni il Governo ha reso noto le bozze del documento di programmazione economico - finanziaria e della legge Finanziaria 2003. In più occasioni, anche di recente, le associazione degli enti locali (Upi, Anci, Lega delle autonomie) hanno chiesto che con questi atti si provvedesse a una sostanziale modifica della normativa relativa al Patto di stabilità interna 2002-2003 e, in secondo luogo, all’inserimento di norme che dessero concreta attuazione al processo di decentramento amministrativo iniziato con la legge 59 del 15 marzo 1997 e alla riforma del titolo V della Costituzione, che prevede piena autonomia finanziaria e di spesa degli enti locali, nonché autonomia impositiva.

L’unica cosa che è stata accolta è l’eliminazione per l’anno 2003 degli ingiustificabili limiti agli impegni di spesa e ai pagamenti che tanti problemi ci stanno creando nel corso di questo esercizio con ricadute estremamente negative sul sistema economico locale e sulla economicità e funzionalità della gestione. Per tutto il resto, purtroppo, ciò che si propone è l’esatto opposto di quanto richiesto, in netto contrasto con la previsione costituzionale.

La futura manovra finanziaria prevede infatti: un ulteriore taglio dei trasferimenti statali agli enti locali pari al 2%; il congelamento delle addizionali Irpef comunali e regionali limitando così, e non aumentando, come prevede la Costituzione, quel minimo di autonomia impositiva che hanno i Comuni italiani; il blocco degli acquisti di beni e servizi, con una riduzione obbligatoria del relativo costo pari almeno al 10%, nell’ipotesi di mancato rispetto dei vincoli del Patto di stabilità interna, altamente lesivo del principio di autonomia di spesa degli enti; l’istituzione di un’addizionale Irpef pari all’1% a favore delle Amministrazioni provinciali “venduta” come segnale di maggiore autonomia finanziaria degli enti locali, ma che di fatto rappresenta una semplice modifica formale di allocazione della risorsa in bilancio, non più trasferimento erariale ma entrata propria, senza che questo comporti un aumento di risorse per le Province in quanto, come già accaduto per l’addizionale comunale, lo Stato ridurrà i trasferimenti erariali di importo pari al gettito dell’addizionale Irpef e, se questa dovesse risultare di importo superiore agli attuali trasferimenti, la differenza in più sarà trattenuta dall’erario; limiti alle dotazioni organiche sia numerici sia finanziari, blocco delle assunzioni e del turn-over del personale dipendente in forte contrasto con il principio di autonomia organizzativa dei nostri enti; il divieto di ricorso all’indebitamento per finanziare le spese d’investimento, previsto nell’ipotesi di mancato rispetto del Patto di stabilità, che comporterebbe danni incalcolabili ai nostri enti che devono gestire ogni anno la straordinaria manutenzione di strade, ponti e istituti scolastici.

Vi sono poi ulteriori elementi fortemente negativi nelle previsioni della Finanziaria 2003 che avranno conseguenze pesanti sul funzionamento dei nostri enti e sulle attività produttive del territorio. Per esempio: le nuove norme sulle cure termali che comporteranno un notevole danno all’intero sistema con ricadute anche sulle attività collaterali quali hotel, ristoranti, commercio; la mancata previsione di risorse per il finanziamento di interventi di manutenzione idraulica del territorio e di sicurezza stradale; il mancato rifinanziamento delle spese di investimento relative all’edilizia scolastica che renderà praticamente impossibile l’adeguamento degli edifici alla normativa sulla sicurezza entro la scadenza prevista del 31 dicembre 2004; il venir meno delle risorse necessarie per rimborsare agli enti locali l’Iva pagata in relazione ai contratti di servizio per il trasporto pubblico locale.

Per quel che riguarda le Amministrazioni provinciali tutto questo va a gravare ulteriormente su una situazione già difficile che ha visto in questi mesi attribuire ai nostri enti nuove e importanti competenze in materia di trasporti, viabilità ex Anas, ambiente, protezione civile, pubblica istruzione, polizia amministrativa, cave, energia, uffici del lavoro senza che fossero trasferite tutte le risorse finanziarie necessarie per un loro pieno svolgimento.

Altri elementi di forte criticità sono inoltre: la previsione di una riduzione di una delle nostre più importanti voci di entrata, l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) a causa della crisi del mercato automobilistico non compensata dall’aumento di altre entrate; il considerevole costo del nuovo Contratto collettivo di lavoro del personale dipendente che, per gli anni 2002 e 2003, è quantificabile nel 5,6% del monte salari 2001 che graverà interamente sul bilancio dell’ente; l’ulteriore riduzione dei trasferimenti erariali prevista dal ministero del Tesoro in seguito alle modifiche introdotte nel sistema delle addizionali Enel. Riduzione tra l’altro da noi contestata in quanto in contrasto con le previsioni normative; il taglio dei finanziamenti relativi agli strumenti di sostegno al commercio estero. Alla Sace vengono destinati 50 milioni di euro contro i 200 richiesti dal Cipe, la dotazione della Simest è stata praticamente annullata, l’Ice potrà utilizzare 64 milioni di euro contro i 68 della precedente finanziaria; la scarsità di risorse destinate al fondo per l’innovazione tecnologica (100 milioni di euro contro i 500 richiesti dal ministero); la riduzione dei fondi ordinari e per investimenti destinati alle università.

È chiaro ed evidente che l’azione del Governo, come già evidenziato più volte, lede in maniera inaccettabile l’autonomia degli enti locali, in netto contrasto con la recente riforma della Costituzione e con la volontà espressa dal Parlamento in questi ultimi anni diretta a realizzare un reale decentramento amministrativo e una reale autonomia finanziaria e politica dei nostri enti.

Chiediamo pertanto con forza: l’eliminazione di tutti i vincoli di spesa previsti dalla bozza di Dpef e dalla legge Finanziaria; l’attribuzione di una reale autonomia impositiva; l’eliminazione del taglio ai trasferimenti erariali e l’attribuzione di risorse adeguate allo svolgimento delle nuove e rilevanti funzioni attribuite alle Amministrazioni provinciali, con lo scopo di evitare il collasso del sistema delle autonomie locali; l’attribuzione di risorse per la copertura dei rilevanti oneri derivanti dai rinnovi dei contratti del personale dipendente.

Ci dichiariamo fin da ora pronti ad attivare ogni forma di pressione politica affinché le nostre richieste siano accolte. Tutto questo a tutela delle collettività che amministriamo, le quali ci hanno dato la loro fiducia con il voto delle precedenti elezioni amministrative, fiducia che non vogliamo deludere.

 

 

 

Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino

Senatore Palmiro Ucchielli

 

 

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