Comunicati stampa | Dalla Provincia

Legge 194

Intervento dell'assessore Simonetta Romagna

Leggendo i tanti attacchi concentrici che da tempo vengono rivolti alla legge 194, attacchi che non a caso si intensificano man mano che ci si avvicina alla campagna elettorale, non posso fare a meno di trovare un denominatore comune alle prese di posizione di gerarchie ecclesiastiche, parte del mondo medico, partiti della destra: quello della mancanza di umanità e di sensibilità nei confronti delle donne, convitate di pietra in un dibattito che le coinvolge solo come oggetto, mai come soggetto politico o come persona. C’è un accanimento veramente preoccupante nel far finta che la legge 194 non sia una legge saggia ed equilibrata, che ha prodotto tanto più danno all’aborto delle crociate ideologiche che non si sono mai preoccupate di quando esso era clandestino e molto più diffuso di oggi.

Tutta questa gente che ha stabilito che le donne interrompono una gravidanza per futili motivi, che se vogliono un figlio ed hanno problemi ad averlo possono ricorrere alla fecondazione assistita solo che vanno fuori dall’Italia, che dicono ipocritamente ai giovani e alle ragazze che la prevenzione si fa con la castità, perché usare il preservativo è peccato, che i feti devono essere curati anche contro la volontà della madre, come se la madre, se sapesse che davvero il feto diventerà bambino, non lo volesse far vivere; tutta questa gente si chiede mai come si devono sentire le donne nell’essere considerate interessanti solo quando si tratta di decidere per loro, sui loro corpi e sui loro sentimenti, unici spazi in cui gli uomini non possono sostituirle?

Adesso poi, la richiesta di una moratoria internazionale contro l’aborto, che significa paragonare donne che vivono momenti e decisioni estremamente angoscianti, che nessun uomo potrà mai provare sul suo corpo, ai boia esecutori di sentenze di morte per gravi delitti, mi sembra un’offesa all’umanità e alla pietas che il dolore merita sempre. Vorrei  poter leggere che, nel tour con cui il cardinal Trujillo, delegato a ciò dal Papa, andrà a illustrare ai capi di Stato di tutto il mondo la necessità di una moratoria sull’aborto, chiederà la stessa moratoria sulle guerre, sulla compra-vendita di armi, sulla vendita ai paesi (e ai bambini) del terzo mondo di medicinali scaduti o inefficaci. Non posso fare a meno di riflettere sul fatto che questo atteggiamento impositivo di una certa classe medica e del Vaticano su tutto quanto riguarda la salute e il corpo delle donne, cui fa da contraltare la quotidiana ingerenza nelle leggi e nei comportamenti dello Stato italiano, sia fortemente dannoso per una serena valutazione delle diverse opinioni politiche, etiche e culturali che ci sono tra i cittadini e le cittadine italiani e non italiani, che pure potrebbero confrontarsi con reciproco rispetto e, ripeto, umanità. Anche chi non è credente o praticante, si aspetta dalla Chiesa  parole di speranza e rispetto nei confronti di una spiritualità che si possiede anche se non si è religiosi, così come ci si aspetta dal mondo scientifico attenzione più ferma per il corpo delle donne, e uno sforzo più concreto per modificare una medicina ed una sperimentazione che continuano ad essere tarate prevalentemente sul corpo maschile.

  * Assessore alle Pari opportunità della Provincia di Pesaro e Urbino

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