Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Le professioni del futuro, tra qualità e innovazione

In un incontro in Provincia sono stati evidenziati i cambiamenti del mercato del lavoro e le attività che si prevedono in ascesa. Parola d’ordine: essere al passo con le nuove sfide

PESARO – Nei prossimi anni, il mercato del lavoro richiederà professionalità nuove e con una qualificazione molto alta. La domanda delle aziende si concentrerà soprattutto su figure tecnico specialistiche nelle aree commercializzazione, marketing, comunicazione, vendita, innovazione e gestione dei servizi al cliente. Saper integrare funzioni e competenze diverse diventerà una necessità in un contesto socio economico sempre più globalizzato. E’ quanto emerso nell’incontro “Nuove competenze per nuove professioni: strategie di crescita e di sviluppo del mercato del lavoro” promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino (assessorato politiche attive per il lavoro e la formazione), con la partecipazione di esperti.

“E’ fondamentale – ha detto l’assessore provinciale alla Formazione e lavoro Massimo Seri – capire con largo anticipo quali saranno le dinamiche del mercato del lavoro, i settori trainanti, i fabbisogni, le nuove competenze, altrimenti si rischia di rincorrere le situazioni senza poter cogliere le opportunità. Negli ultimi anni c’è stato uno spostamento di posti di lavoro e di tipologie: alcune attività scompariranno, altre richiederanno competenze sempre più ampie. I ragazzi che oggi hanno intorno ai 15 anni dovranno essere adeguatamente orientati, mentre chi già lavora necessiterà di una formazione continua. Va evitato il rischio di una discrepanza tra domanda e offerta di competenze, per questo anche noi amministratori dobbiamo incanalare gli interventi e l’offerta formativa in funzione dei cambiamenti”.

Da uno studio reso noto dall’esperta del Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo e la formazione professionale) Clara Mughini, il cambiamento principale che occorre promuovere per assicurare il passaggio ad un’economia “verde” e coglierne le opportunità, non sta nel formare nuove figure professionali, ma nell’aggiornare i profili già esistenti, fornendo competenze ecologiche generiche per una riqualificazione professionale basata sulla sostenibilità ambientale. Ha quindi giudicato artificiosa la distinzione tra settori ecologici e settori tradizionali, visto che ogni lavoro può essere svolto nel rispetto dell’ambiente, diventando impiego “verde”.

All’incontro, coordinato dal direttore d’area Massimo Grandicelli, hanno portato il loro contributo anche il presidente del consiglio provinciale Luca Bartolucci, il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, il coordinatore del dipartimento formazione e ricerca Cgil nazionale Fabrizio Dacrema, Marco Favaro del Comitato scuola, Università e formazione di Confindustria ed Ilario Favaretto, professore ordinario di Economia regionale della Facoltà di Economia dell’Università di Urbino.

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