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L’assessore Savelli invita a partecipare alla Giornata europea della cultura ebraica

L’assessore provinciale all’Educazione alla Pace Renzo Savelli interviene in occasione della VII Giornata europea della cultura ebraica del 3 settembre.

«La VII Giornata Europea della cultura ebraica si presenta quest’anno nella nostra regione con un programma di iniziative più ricco e articolato di quello degli anni scorsi. Il programma ‘Strade facendo Marche’ prevede infatti il coinvolgimento di ben 11 località delle quattro province, oltre alle città di Pesaro, Urbino, Ancona, Senigallia, Macerata e Ascoli Piceno, e propone visite guidate, spettacoli musicali, letture di poesie, cucina ebrea, conferenze e quant’altro.

Oltre all’invito, non rituale né formale, di partecipare alle interessanti iniziative programmate, vorrei fare alcune riflessioni. Le attive e dinamiche comunità ebraiche della nostra provincia (senza allargare il discorso all’intera regione) non erano rappresentate da soli banchieri, ma anche da artigiani (cappellai, materassai ecc…..) e da commercianti e contribuivano in modo più che positivo allo sviluppo delle città e dei castelli del ducato d’Urbino. I Della Rovere erano, come noto, molto tolleranti con le comunità ebraiche del loro stato e applicarono, solo perché costretti, una serie di limitazioni (vendita delle proprietà immobiliari, obbligo a portare un contrassegno giallo ecc…) decise da papa Paolo V Carafa. Il loro stato era già una società multiculturale perché abitato da genti (ovvero dai loro discendenti) provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico e da altri stati italiani. Il processo di integrazione (in alcuni casi di assimilazione) fu certamente facilitato dal fattore religioso, elemento ostativo rispetto alle presenze ebraiche. Ciononostante, le loro comunità o, forse meglio, le rispettive élites, fra XVI e XVII secolo erano ben integrate con i loro pari di fede cristiana. Banchettavano assieme, danzavano assieme, partecipavano ai riti e/o alle feste dei rispettivi matrimoni. Dalla stima e dal rispetto reciproco era noto in diversi cittadini l’interesse per la cultura ebraica e avevano perciò iniziato a studiarne la lingua e i riti.

Questo processo fu bruscamente interrotto sia dalla politica delle conversioni al cristianesimo più o meno spinte e sollecitate, sia dalle proibizioni di alcuni vescovi, come l’Accoramboni di Fossombrone, di continuare la frequentazione fra ebrei e cristiani e lo studio dell’ebraico. Dopo la morte di Francesco Maria II Della Rovere (1631) e la devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa, le varie comunità ebraiche scomparvero, a parte Urbino per qualche tempo a Pesaro, interrompendo così un’interessante pagina in quello specifico contesto sociale di integrazione multiculturale che merita di essere ricordata».

Renzo Savelli

 

Assessore all’Educazione alla Pace

 della Provincia di Pesaro e Urbino

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