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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

L’agenda di Ricci: «Mobilitazione enti locali, lavoro e battaglia per l’Italia centrale»

Il presidente: «L’abolizione delle Province? Dibattito poco serio»

PESARO –  Autunno pieno e definito. Nell’agenda di Matteo Ricci, le priorità amministrative dell’Ente, dopo la pausa estiva, sono già delineate con chiarezza. In mezzo i nodi istituzionali, che il presidente affronta con decisione: «Continueremo a contribuire alla mobilitazione degli enti locali. C’è un Governo allo sbando: nel giro di un mese siamo arrivati alla terza manovra e ogni giorno ci sono cambiamenti. L’unico aspetto certo? Il massacro degli enti locali. E’ una politica che uccide i territori…». Il federalismo? «E’ morto nella culla – prosegue il presidente -. Tutto si ritorce contro i cittadini. Già due anni fa avevamo annunciato che questa impostazione significava più buche nelle strade, meno servizi sociali, meno cultura, meno risorse per la scuola. Purtroppo ci avevamo visto giusto». Non solo: «C’è un effetto depressivo sull’economia, perché si sono tolte risorse agli enti locali che  potevano fare investimenti, favorendo la ripresa». Inoltre: «E’ sempre più vincolante il processo del patto di stabilità, un meccanismo insostenibile». Sull’accordo per l’abolizione delle Province per via costituzionale, concepito dal Governo nel vertice di Arcore, Ricci commenta: «Sappiamo quanto l’ente Provincia sia importante, in un territorio come il nostro. Non solo per le funzioni ma anche per il ruolo di difesa del territorio. La Provincia rafforza anche la capacità contrattuale rispetto allo Stato e alla Regione. L’unico effetto di questa pseudo-proposta sarebbe un’ulteriore centralizzazione regionale. Che non va a vantaggio dei cittadini di Pesaro e Urbino, che già ora non vedono spesso la Regione così vicina…». Uno specchietto per le allodole, «anche in termini di costi della politica, perché il risparmio sarebbe davvero ridicolo. Parliamo dell’uno per cento del bilancio dell’Ente. Sbagliato il livello del dibattito: non si approfondisce ciò che davvero funziona e ciò che non funziona a livello istituzionale. Se fossimo in un Paese normale, ci sarebbe una discussione appropriata sulla riorganizzazione dello Stato. Ma le Province, ormai, sono entrate nel tritacarne dei costi della politica. Non so se la legge costituzionale andrà avanti o meno. Di certo continueremo a lavorare a testa bassa e continueremo a fare il nostro lavoro quotidiano…». E allora entra nel dettaglio, con la crisi economica: «Sapevamo che non era passata – spiega Ricci -, ma ciò che è successo questa estate ha complicato ancora di più la situazione. Convocherò entro 15 giorni la commissione provinciale per il lavoro. Faremo il punto su ordinativi e occupazione. Siamo in 39 tavoli anticrisi e continueremo a fare la nostra parte. Il lavoro e la resistenza restano la priorità delle priorità. Avevamo annunciato un tour per metà legislatura in 100 aziende della provincia. Lo anticiperemo a ottobre, per stare vicini, anche fisicamente, ai lavoratori e alle imprese». Cita il turismo, dove «la sensazione è che la stagione si chiuderà con dati positivi. E’ la dimostrazione che su questo fronte possiamo crescere e creare posti di lavoro». Poi rilancia la battaglia dell’Italia centrale: «Alla fine di settembre ci sarà una “due giorni” sulla Fano- Grosseto e sull’unità d’Italia, insieme alle Province di Arezzo e Perugia. Sulla E-78, in particolare, ci sono novità relative alla presentazione di una nuova ipotesi di finanziamento dell’opera (con project financing, ndr) che va approfondita. Alcuni punti ci convincono, altri meno: ne discuteremo insieme. Ma l’elemento positivo è che c’è una proposta con cui ripartire». E ancora: «Prima della pausa estiva il consiglio ha approvato le linee guida del Piano strategico. Da subito cominceremo a lavorare per la progettazione e il graduale stato di avanzamento dei progetti che abbiamo posto. Tutto ciò che accade, da oggi in poi, deve essere coerente rispetto all’atto approvato». Conclude con l’emergenza acqua: «Abbiamo immediatamente convocato per domani (giovedì 1 settembre), dietro richiesta dell’Aato, la commissione con la protezione civile, alla quale chiederemo di procedere per il prelievo temporaneo dal pozzo del Burano. L’apertura delle scorte si avrà nel giro di 24-48 ore. Senza piogge il mese di agosto: la condizione dei fiumi è attualmente  problematica e l’acqua comincia a scarseggiare ovunque». Per questo scatta l’appello: «Invitiamo a razionalizzare l’utilizzo, dalle abitazione alle aziende. L’acqua del Burano ci consente di uscire dall’emergenza per alcune settimane».

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