Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

“La scuola in gioco”, 230 bambini coinvolti

L’iniziativa si è svolta in cinque istituti comprensivi del territorio provinciale, proponendo laboratori in grado di stimolare l’apprendimento, la creatività e la conoscenza dell’altro

PESARO - Sono stati 230, di cui 35 stranieri, gli alunni delle scuole primarie del territorio provinciale coinvolti nell’VIII edizione del progetto interculturale “La scuola in gioco: cultura, apprendimento, creatività”, che ha visto itinerari di gioco e didattica in cinque istituti comprensivi, per un totale di 18 classi.

L’iniziativa, promossa dall’assessorato alla Pubblica istruzione della Provincia, è nata nel 2000 con l’obiettivo, come spiega l’assessore Renzo Savelli, “di stabilire durante l’anno scolastico un collegamento tra scuola e territorio, come avviene in estate con il Ludobus. E’ quindi stata allestita un’aula didattico – ludica itinerante che, attraverso l’azione di operatori qualificati, ha offerto ai bambini lo spunto per occasioni di esplorazione e conoscenza di sé e dell’altro, di confronto con identità e culture diverse, assumendo punti di vista alternativi su vari argomenti e favorendo così il processo di integrazione”.

Il progetto, ideato dagli operatori culturali Sergio Maroncelli e Andrea Signoretti e dalla pedagogista Simona Vincenzi, ha coinvolto soprattutto le classi IV e V elementari, in particolare quelle con un maggior numero di bambini con genitori non italiani. Due i percorsi laboratoriali messi in campo, attraverso 5 incontri in ogni classe: “Gioco e azioni ecosostenibili” e “Parole in gioco”, che hanno visto impegnati, oltre a Maroncelli e Signoretti, anche i collaboratori Massimiliano Bellucci e Malika Berhout, mediatrice culturale proveniente dal Marocco.

“Siamo convinti che il gioco – sottolineano  Simona Vincenzi e Sergio Maroncelli - sia l’ambito adatto ad accogliere culture differenti senza mortificarle, anzi collegandole a momenti ludici concreti. Si può dire che il gioco è una sorta di ponte tra culture diverse. I giochi interattivi sono utili per sollecitare, insieme alla sfera cognitiva, anche quella emotiva”. Il primo laboratorio, “Gioco e azioni sostenibili”, ha puntato a creare un approccio critico, da parte del bambino, sull’utilizzo del giocattolo “commerciale”, proponendo la costruzione di giochi “eco-compatibili”, realizzati con materiale naturale come legno, sughero, castagne, foglie, ecc. Il secondo laboratorio, “Parole in gioco”, ha proposto giochi che utilizzano le parole (sciarade, acrostici, caligrammi) e le rime per far imparare ai bambini i misteri della nostra lingua e familiarizzare col lessico. “Giocare con le parole – evidenzia Andrea Signoretti - è un’attività importante dell’educazione linguistica, in particolare per il contributo allo sviluppo di alcune abilità connesse con l’uso creativo della lingua”.

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