Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

“Impegniamoci a sviluppare un’idea comune di sicurezza”

L’invito di Ucchielli ad enti locali e forze dell’ordine alla terza Conferenza regionale di settore

Questo l’intervento del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Upi (Unione delle province italiane) delle Marche, Palmiro Ucchielli, in occasione della terza Conferenza regionale sulla sicurezza locale svoltasi a Senigallia:

"Voglio porgere un breve saluto a tutti i partecipanti a questa terza Conferenza Regionale sulla sicurezza locale: amministratori regionali e degli enti locali, rappresentanti delle imprese e delle forze produttive, giovani, donne, cittadini.

I temi oggetto di confronto e riflessione, al centro di questa importante conferenza, sono di grande interesse e di stringente attualità; stando al ricco programma dei lavori, saranno affrontate con notevole organicità ed ampio respiro, tutte le questioni riconducibili alla sicurezza dei territori: il ruolo dei giovani; le politiche di riqualificazione urbana; il ruolo degli enti e della polizia locale; la rappresentazione e la percezione della sicurezza attraverso il ruolo della stampa e dei media.

L’idea di città, intesa come appartenenza di una comunità ad un luogo di vita e di relazioni sociali, economiche culturali, nel quale il rapporto tra società e territorio trova il suo fulcro e il suo senso di identità, è oggi investita da profonde trasformazioni e tensioni che, se non governate adeguatamente e per tempo, rischiano di implodere con effetti destabilizzanti per la convivenza civile.

I cittadini delle nostre comunità locali sono da tempo abituati ad un alto grado di benessere, e quindi le loro aspettative sono alte: l’emergere per la prima volta anche nel nostro territorio di fenomeni di degrado della vita urbana, legati prevalentemente alla micro-criminalità e all’intensificarsi del traffico veicolare, al di là dell’entità oggettiva di questi fenomeni, colpisce con forza la percezione della gente, sempre più preoccupata dal rischio di non riuscire a mantenere l’alto livello di qualità della vita fin ora raggiunto.

Ecco dunque che anche nella nostra provincia, con centri urbani sicuramente a misura d’uomo, dove la qualità della vita è particolarmente alta anche in virtù di un notevole tasso di sviluppo economico che si coniuga con un basso indice di criminalità, la sicurezza e la vivibilità del territorio continua ad essere percepito dall’opinione pubblica come problema prioritario, la cui soluzione non è riducibile alle sole politiche di ordine pubblico, ma richiede un mix di politiche di prevenzione sociale e di presidio territoriale che chiamano fortemente in causa Comuni e Province: gli enti locali più vicini ai cittadini che, in base alla Costituzione e al principio di sussidiarietà, devono garantire lo sviluppo delle proprie comunità.

Non c’è sviluppo senza sicurezza e piena fruibilità delle aree extraurbane come delle città, dei centri storici e dei quartieri, dove occorre affiancare alla tradizionale attività di prevenzione e controllo, un sempre più articolato sistema di presenze che veda, da una parte, un’organizzazione coordinata dei vari settori di intervento delle istituzioni (attraverso: l’adozione di politiche urbanistiche perequative e di riqualificazione urbana, il sistema di protezione civile, le forze di polizia, le azioni di tutela e difesa del suolo e dei corpi idrici, il decongestionamento del traffico e la razionalizzazione dei sistemi di viabilità e trasporti, la protezione ambientale, i servizi culturali e sociali), e veda contemporaneamente, dall’altra, la valorizzazione delle componenti sociali ed economiche in un quadro di piena collaborazione delle istituzioni locali e statali con la società civile espressa dai giovani, dalle imprese, dall’associazionismo e dal volontariato.

In questo quadro davvero fondamentale è l’apporto che le istituzioni locali, municipali e provinciali, possono offrire in termini di controllo e presidio del territorio, ma anche con una capacità di ascolto, ed un’azione di prevenzione, informazione e ausilio ai cittadini che porti a sviluppare un costante e qualificato rapporto con la popolazione.

Con politiche di sussidiarietà che favoriscano la solidarietà e l’autonoma iniziativa dei cittadini per fini di interessi generali, con la riqualificazione delle aree urbane degradate e con la rivitalizzazione dei centri storici dobbiamo rinsaldare il senso di appartenenza della comunità alla città e al territorio.

In questa prospettiva la sfida a cui sono chiamate le istituzioni è di enorme rilevanza e impone a queste un profondo ripensamento sulle ragioni fondanti della propria azione, sulla strumentazione culturale e organizzativa e sulle risorse necessarie per raggiungere l’obiettivo.

Riassumendo, alla luce delle considerazioni svolte, alcune azioni mi sembrano allora fondamentali per attuare adeguate politiche di sicurezza:

1.      Sviluppare un’idea comune di sicurezza, come concetto condiviso e integrato, che comprenda il contrasto e la repressione della criminalità, ma anche la prevenzione e il sostegno sociale.

2.      Rafforzare il decentramento verso le città e le comunità locali per la costruzione di nuove politiche di sicurezza urbana.

3.      Rafforzare, su base regionale, il nostro sistema di monitoraggio, così da essere messi in condizione di raccogliere tempestivamente ed interpretare i segnali che ci vengono dalla società e dalla comunità  del nostro territorio.

4.      Definire e finanziare una strategia nazionale che superi l’attuale carattere disarticolato del nostro sistema di sicurezza. In questo senso si muove la proposta di legge nazionale, presentata unitariamente da Regioni, Province e Comuni, in materia di politiche integrate per la.

5.      Ripensare il ruolo delle forze di polizia, stimolandone il coordinamento e rafforzando il ruolo delle polizie locali (municipali e provinciali). Con questi obiettivi si muove sia la proposta di legge nazionale appena citata, sia la proposta di legge regionale in materia di polizia locale che verrà discussa in un apposito tavolo di lavoro istituito all’interno della conferenza.

6.      Alimentare politiche di sostegno verso il mondo giovanile per stimolare l’impegno e la partecipazione attiva dei giovani.

In conclusione è da auspicare che lo sforzo di tutte le istituzioni democratiche e delle forze sociali ed economiche, sia congiunto e teso a garantire appieno, a ogni cittadino e alla comunità nel suo insieme, il rispetto dei valori della legalità e della sicurezza, fondamento di una civile e democratica convivenza. Certo, da un lato, c’è bisogno di lavorare per la quotidianità degli interventi di sicurezza urbana, anche attraverso semplici azioni fatte di ascolto, di presenza rassicurante, di informazione, di conoscenza e di reciprocità, dall’altro, come visto, è necessario intervenire su alcuni elementi strutturali delle politiche di sicurezza, e nessuna città, provincia o sistema regionale, per quanto forte e coeso, può pensare di affrontarli da solo. Anche per questo è ora che le politiche di sicurezza urbana, come parte di una nuova politica per le città, diventino politiche nazionali. Una rapida discussione e approvazione da parte del Parlamento della proposta di legge delle Regioni e del sistema delle Autonomie sarebbe un primo significativo passo in questa direzione.

 

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