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Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Il giudice Piergiorgio Morosini: “Le Marche sono ancora un’isola felice, ma non bisogna abbassare la guardia”

Il Gip di Palermo, che studiò al liceo scientifico “Marconi”, ha presentato a Pesaro il suo libro “Attentato alla giustizia”, dove si parla anche di infiltrazioni mafiose e camorristiche nel centro nord

PESARO – “Personaggi come Riina e Provenzano non sarebbero stati nulla senza l’aiuto delle istituzioni e degli imprenditori. La forza della mafia e della camorra sta proprio nella debolezza di alcune istituzioni e forze economiche”. E’ quanto sottolineato dal magistrato Piergiorgio Morosini, Gip del Tribunale di Palermo, che ha presentato a Pesaro il suo libro “Attentato alla giustizia. Magistrati, mafie, impunità” (ed. Rubettino).

In un incontro nella sala Rossa del Comune, promosso da Provincia (presente il presidente Matteo Ricci), Comune di Pesaro (rappresentato dalla vice sindaco Giuseppina Catalano) e Associazione nazionale magistrati (sottosezione di Pesaro), il giudice ha sottolineato le complicità di cui spesso godono i gruppi malavitosi, non solo al sud. “In Romagna, i clan camorristici che hanno trovato base a Rimini, Riccione e Cattolica, hanno potuto espandersi perché ci sono stati imprenditori che lo hanno permesso in cambio di vantaggi economici. Esiste ad esempio un mercato fiorente relativo alla lap dance ed il problema non sono gli spettacoli in sé, ma come si arriva a reclutare queste donne: spesso si tratta di clandestine costrette ad assumere sostanze stupefacenti per salire sui palchi”.

Anche se le Marche, come evidenziato dal giudice, “sono ancora un’isola felice”, non va abbassato il livello di attenzione. “Esiste un percorso di conoscenza della realtà da fare continuamente – ha detto la vicesindaco Giuseppina Catalano – per mettere in campo le difese e tenere alta la ribellione civile contro le devianze”.

“Fino ad oggi – ha evidenziato il presidente della Provincia Matteo Ricci – il nostro territorio ha avuto quasi sempre gli anticorpi per respingere le attenzioni malavitose, ma non siamo immuni. Stiamo attraversando una fase di grande cambiamento, simile agli anni ’91, ’92 e ’93. In situazioni di crisi come quella attuale, un’azienda in difficoltà fa meno attenzione da dove vengono i soldi per risollevarsi o un disoccupato fa meno caso da dove gli viene il lavoro. Per questo dobbiamo tenere le antenne dritte e le nostre antenne sono i giovani. Il progetto sulla legalità portato avanti da Provincia, istituti superiori, Associazione nazionale magistrati, istituzioni e associazioni va in questa direzione”.

Brani del libro di Morosini sono stati letti nel corso dell’incontro dagli studenti del liceo “Marconi” di Pesaro, istituto di cui fu studente anche il giudice

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