Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Milena Bonaparte

Il diario di Carta per amare la vita

La testimonianza di un ex tossicodipendente diffusa dal Ceis e dalla Provincia tra gli studenti

PESARO. “C’era una volta”, l’inizio di una fiaba per il sogno di un bambino. “Una volta le cose andavano meglio”, il malinconico sfogo di un anziano. Ma “Una volta” è anche l’adulta consapevolezza che la vita è una sola e che gli errori fatti non si possono più cancellare. Lasciano il segno. E proprio quest’ultima riflessione ha ispirato un piccolo libro multicolore di 80 pagine, intitolato appunto “Una volta”.

 

È la testimonianza di un uomo che ha vissuto fuori dalle regole, tra inquietudine, rabbia, contestazione, delinquenza minorile, droga e infine la condanna dell’Aids. Un uomo che, arrivato a cinquant’anni, è alla ricerca di un cammino verso un possibile riscatto. Ma forte è il rimpianto. Non potendo, come dice lui, “resettare” gli errori e gli orrori, ha cercato di convertirli in consigli utili per chi è ancora in tempo. Nelle sue pagine si rivolge ai quattro nipoti, ma il messaggio è per tutti gli adolescenti e i ragazzi di oggi, perché sfuggano le insidie di una vita spericolata, suggerendo loro di “vivere con lungimiranza di senso, data dalla piena consapevolezza acquisita che la vita è… Una volta”.

 

Si legge tutto d’un fiato il diario di G. P. Carta che la Provincia, per iniziativa del presidente Palmiro Ucchielli e dell’assessore alle politiche sociali Graziano Ilari, ha deciso di pubblicare e diffondere tra gli studenti, sostenendo così l’iniziativa partita dal Ceis, il Centro italiano di solidarietà di Pesaro che ha accolto e creduto nel valore educativo della testimonianza, tanto da avviare inedite lezioni in classe con l’autore in cattedra e gli alunni ad ascoltare la preziosa esperienza di vita.

 

Ma chi è l’autore? G. P. Carta è nato a Terracina, a un anno è stato trasferito a Sassari, poi di nuovo un trapianto in provincia di Latina. Il prematuro abbandono della scuola, il lavoro nella lavanderia di famiglia, gli amici, la fuga, gli incontri sbagliati, e poi il tunnel della tossicodipendenza. Oggi vive a Pesaro i giorni della malattia.

 

Ma «la passione per la lettura, per la filosofia e la psicologia, unite alle capacità espressive nel campo della grafica e della scrittura, lo hanno sicuramente aiutato a tirarsi fuori dai guai e a osservarsi mentre “vive”» racconta Carlo Bertozzini, operatore del centro Arca del Ceis. E infatti la firma G. P. Carta, oltre a personalizzare la copertina del libro, segna opere grafiche di grande impatto cromatico (riportate in parte nella pubblicazione) dai colori sfumati della speranza uniti alle tinte forti e violente del dramma vissuto.

 

“Una volta, non può essere resettata negli errori, ancor di più negli orrori che i nostri occhi hanno visto, le nostre mani eseguito e la nostra follia partorito - scrive l’autore -. Oggi non mi sono rimaste neppure le lacrime per piangere il tempo andato, però abbraccio il giorno nuovo che mi viene incontro con un rispetto riscoperto, ma il prezzo che ho pagato, e che ancora oggi continuo a pagare, è alto”.

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