Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Il consiglio provinciale decide la vendita del 4,08% delle quote della Provincia in Marche Multiservizi. Ricci: “Lo facciamo a malincuore, ma non ci sono alternative per salvare l’ente”

Renzo Savelli (Rc) e Federico Rovinelli (capogruppo Idv) propongono di destinare una piccola parte delle quote all’azionariato popolare

PESARO – La Provincia venderà il 4,08% delle quote che possiede in Marche Multiservizi, mantenendo nelle sue mani l’1,8% in modo da non cambiare l’equilibrio tra consiglieri nominati dagli enti locali e quelli nominati da Hera, lasciando così la maggioranza in mano pubblica e mantenendo la presidenza fino alla primavera 2014. E’ quanto deciso dal consiglio provinciale con 18 voti favorevoli e 6 contrari (Pdl, Lega e Udc) in una lunga seduta in cui il presidente Matteo Ricci ha illustrato il “Piano di salvataggio” della Provincia.

“Lo facciamo a malincuore, ma non abbiamo alternative”, ha spiegato Ricci evidenziando come ai 4,6 milioni di euro spesi per l’emergenza neve (senza alcun rimborso, ad oggi, dallo Stato), si sia aggiunta la diminuzione di entrate di 1,5 milioni di euro per la tassazione auto ed infine, ad agosto, 4,5 milioni di euro in meno di trasferimenti dallo Stato a causa della spending review. “Un taglio 8 volte superiore a quello dei Comuni – ha detto Ricci -. Dobbiamo recuperare entro il 31 dicembre di quest’anno 6 milioni di euro, di cui quattro potranno venire dalla vendita delle azioni di Marche Multiservizi”. Le alternative, ha spiegato il presidente, sarebbero state non pagare le convenzioni con le istituzioni culturali del territorio provinciale (800mila euro) e “mettere mano al personale, ma non vogliamo toccare l’ambito lavorativo ed essere causa di disoccupazione”. Come ha aggiunto Ricci, “siamo costretti a vendere le quote in blocco visti i tempi stretti, ma nulla toglie a Comuni, associazioni, enti, di acquistarle, l’importante è raggiungere la cifra di 4 milioni di euro”.

Il “piano di emergenza” prevede altri quattro punti: la cartolarizzazione degli immobili (“l’avevamo prevista già dallo scorso anno ma poi non l’abbiamo utilizzata perché siamo stati aiutati dalla Regione con la verticalizzazione del patto di stabilità”), la prosecuzione della trattativa con il Governo per ricevere i fondi promessi a suo tempo dal ministro Cancellieri per l’emergenza neve, la richiesta alla Regione di un aiuto con la verticalizzazione del patto di stabilità, come accaduto lo scorso anno. “Per i Comuni marchigiani sono arrivati dallo Stato 28 milioni di euro di quote patto, per le Province niente. Chiediamo alla Regione di riconfermare i 90 milioni messi lo scorso anno, con priorità per le Province che hanno avuto danni per la neve”. Il quinto punto riguarda il 2013, anno in cui si prevedono, sempre a causa della spending review, 9 miliardi di trasferimenti in meno dallo Stato. La soluzione indicata da Ricci è la valorizzazione e vendita dell’ex Bramante, che permetterà di recuperare circa la metà della somma necessaria.

Dura l’opposizione. Il capogruppo Pdl Antonio Baldelli, nell’evidenziare come Marche Multiservizi “sia comunque una spa e dunque privata, anche se i soci sono in maggioranza pubblica”, ha chiesto al consiglio di ritirare l’ordine del giorno, “anche per quella maggioranza di cittadini che ha votato il referendum contro la privatizzazione dell’acqua”. Il consigliere Daniele Lunghi (Lega) ha evidenziato come “la vendita delle azioni metterà in difficoltà anche i Comuni, perché se vogliono cedere loro quote avranno limiti o non potranno più”. Dello stesso avviso Elisabetta Foschi (Pdl): “E’ gravissimo che non ci sia stata una conferenza dei sindaci perché la presenza della Provincia in Marche Multiservizi è sempre stata garanzia che nessun Comune, anche il più piccolo, venisse lasciato solo”.

“La contingenza è stridente e ci obbliga a compiere questa vendita  – ha detto Gaetano Vergari (Psi)-. Sia da destra che da sinistra sono sempre venuti attacchi alle Province, ora il Governo, con i suoi mancati trasferimenti, ha tutto l’interesse a farle fallire, per chiuderle una volta per tutte”. Franca Foronchi (Pd) ha sottolineato le funzioni delle Province e l’importante task force messa in campo dalla Provincia di Pesaro e Urbino nell’emergenza neve, fornendo aiuto ad enti locali e cittadini. “Esprimo apprezzamento al presidente Ricci – ha detto il capogruppo Pd Domenico Papi – per essere riuscito a salvare l’ente dall’abolizione, con un’operazione intelligente che ha garantito al territorio anche il mantenimento di ben 18 emanazioni periferiche dello Stato. Non è la prima volta che ci troviamo a prendere decisioni difficili, ma dobbiamo far leva sul senso di responsabilità, come farebbe un padre di famiglia verso i suoi figli”.

Il consigliere Renzo Savelli (Rc), nel sottolineare di essere stato in prima fila nella battaglia referendaria, ha evidenziato come “la sopravvivenza dell’ente, dei suoi dipendenti e dei servizi garantiti ai cittadini rendano purtroppo necessaria la scelta di vendere le azioni”.  Ha poi fatto una proposta: dividere le azioni in due blocchi e permettere l’acquisto di una parte (per circa 500mila euro rispetto ai 4 milioni) all’azionariato popolare. D’accordo su questa proposta  si è detto anche il capogruppo di Italia dei Valori Federico Rovinelli.

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