Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Milena Bonaparte

Fossombrone, nel segno di Demitri

Evento Spac, si inaugura sabato 26 luglio la personale del pittore che resterà aperta fino al 2 novembre

FOSSOMBRONE. Lungo le tracce del recente percorso artistico di Piero Demitri. È l’evento che si inaugura sabato 26 luglio alle 18,30 a Fossombrone, nella chiesa di San Filippo. La personale “In titolo”, accompagnata dal catalogo a firma di Silvia Cuppini, fa tappa nella ricerca pittorica del maestro a cavallo tra il 2003 e il 2008.

La rassegna resterà aperta fino al 2 novembre (visitabile da martedì a domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19) mentre dal 15 settembre, sempre a Fossombrone, l’artista curerà un laboratorio didattico per le scuole dal titolo “Giardini possibili”. Le lezioni si svolgeranno alla Quadreria Cesarini (lunedì e martedì dalle 10,30 alle 12,30).

Piero Demitri è docente all’Accademia di belle arti di Urbino, dove è stato allievo diplomandosi in pittura dopo l’iniziale formazione a Varese (liceo artistico) e Milano (Accademia di Brera).

La mostra è un nuovo evento dello Spac, il Sistema provinciale d’arte contemporanea dell’assessorato alle attività culturali della Provincia, realizzato in collaborazione con il Comune di Fossombrone.

Nel testo critico in catalogo, Silvia Cuppini segnala e descrive le opere esposte. “Quadri scavati, come il resoconto fedele di una campagna archeologica, compiuta nei deserti, alla ricerca di una delle prime città mediterranee - scrive Cuppini -. La tecnica posta in atto dall’artista esige tempi lunghi da trascorrere nello studio, alla scoperta della materia, delle sue potenziali e diverse possibilità espressive. Demitri è particolarmente attratto dai materiali, quasi mai quelli propri della pittura, e dagli oggetti, che riutilizza come testimonianze e tracce di vita vissuta; sia che si tratti di cartelloni pubblicitari, giornali, cartone da imballaggio, polistirolo, sia di veri e propri oggetti, vecchie sedie, mobili, lampade che abbellisce reinventandoli nello spazio quotidiano, conseguendo l’immediato reinserimento del vissuto in una dimensione estetica in cui l’immaginario, il mentale si coniugano  con l’agire, e in parallelo, l’esperimento dell’opera quale evento, scrive Bruno Ceci nel catalogo della personale urbinate del 1995.

“Dieci anni prima, nel maggio 1985, Piero ha esposto a Fano e in quell’occasione Mariano Apa evidenzia che le scelte di Demitri sono eleganti, i riferimenti culturali variegati e non costretti da scelte aprioristiche, ma dentro la coerenza della poetica che va sviluppando.

“Una coerenza che continua a essere una costante nel lavoro di un artista indipendente ed appartato che opera non per i facili consensi. Questo non ne sminuisce la validità della ricerca che non persegue obiettivi banali, ma propone originalità e vitalità significative. Il lavoro nasce prevalentemente dall’osservazione dei fenomeni sociali e naturali, del paesaggio con le sue forme, con la sua storia stratificata e con la sua vita. Piero è attratto dal colore della terra, dalle rovine, dalle crepe sui muri, da tutto ciò che è testimonianza di un vissuto più o meno recente. È un’azione di scavo quella che opera sui materiali originari, cartoni e cartelloni nei quali incide, intaglia ed elimina il superfluo, fogli di giornale trasformati in cartapesta; trasferiti sul supporto di base in un assemblaggio di décollage-collage lasciano ancora intravedere porzioni del loro vissuto in immagini e parole. Su un canovaccio di elementi primari, scelti perché vanno conservati, interviene successivamente con la pittura servendosi di materie e tecniche, quelle classiche o che sta sperimentando. I temi ai quali dedica la propria attenzione di operatore visivo hanno un fondamento comune, la ricerca dell’identità. Nei paesaggi, tra tracciati e muri, emergono profili fantastici o di donne, affiorano città deserte, da rifondare, o caotiche tali da imprigionare e confondere l’individuo”.


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