Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Consiglio, Porto sugli invasi: «Intervento per recuperare mezzo milione di metri cubi d’acqua»

Matteo Ricci annuncia Napolitano per le celebrazioni del 25 aprile

PESARO – Matteo Ricci apre il consiglio provinciale comunicando che «il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha confermato la sua presenza alle manifestazioni in programma nella provincia di Pesaro e Urbino per il 25 aprile. L’avevamo invitato nei mesi scorsi, insieme al sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e al sindaco di Sant’Angelo in Vado Settimio Bravi. E’ una soddisfazione enorme avere il capo dello Stato con noi, perché i valori della Resistenza sono il pilastro della Repubblica italiana. Stiamo definendo il programma: avevamo inizialmente proposto una doppia iniziativa, a Sant’Angelo in Vado (per il 40esimo anniversario del monumento ai Caduti, inaugurato dall’allora presidente della Camera Sandro Pertini) e a Pesaro, in piazza del Popolo. Vedremo i dettagli nei prossimi giorni, ma è un onore averlo qui per la festa della Liberazione». Roberto Giannotti (Pdl) interroga: «L’ex vicepresidente della Provincia Giovanni Rondina è imputato (per fatti risalenti al 2005, passata legislatura, ndr) e c’è un’azione della magistratura. Qual è la posizione della attuale giunta? Perché si rigetta la richiesta di accesso agli atti?». Se il segretario generale dell’Ente, avvocato Rita Benini, dal punto di vista procedurale evidenzia che «si tratta di atti giudiziali» e dunque «non possono essere richiesti perché è lo stesso consiglio che, per sua volontà, con regolamento non ne consente l’accesso», Matteo Ricci è chiaro: «Aspettiamo gli esiti del processo. Ma se qualcuno cerca la polemica politica cade male. Se Rondina è estraneo non ci sono problemi. In caso contrario la Provincia subisce un danno evidente e si costituisce parte civile. Seguiamo quindi il criterio che abbiamo sempre applicato in questi casi. I fatti risalgono ad anni fa, riguardano la scorsa legislatura e Rondina da tempo non ha incarichi politici».
Capitolo nuova questura. Per Giannotti, «realizzare la nuova sede rimane fondamentale per l’integrità dei servizi di sicurezza». Per cui, «occorre trovare una localizzazione funzionale, visto che il progetto di via Lamarmora sembra ormai abortito». Ancora Ricci chiarisce: «Insieme al prefetto e al questore, con cui c’è grande sintonia, stiamo provando a percorrere un’ipotesi. C’è una parte della caserma di Pesaro che non è utilizzata (3mila e 500 metri quadri circa): grazie all’interessamento e alla disponibilità del sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri, stiamo verificando se i locali possono essere utilizzati per ospitare quelli che oggi sono nella struttura della Provincia, in via Flacco. Sarebbe una buona operazione tra ministeri (Interno e Difesa), che farebbe risparmiare soldi allo Stato». Anche perché così non ci sarebbe più l’adeguamento dell’affitto chiesto dalla Provincia al ministero dell’Interno. E al tempo stesso, osserva Ricci, «l’accordo ci consentirebbe di vendere il bene di via Flacco, inserito nel piano delle alienazioni e importante per il nostro bilancio. Percorriamo questa via, sperando che possa dare i risultati sperati». Mentre nei locali attigui alla prefettura, aggiunge il presidente della Provincia, «si sposteranno gli uffici di via Mameli dell’agenzia delle Entrate». Inciso sulle nuove Province: «La strada, nella riforma – spiega Ricci -, sembra essere quella da noi auspicata. Le Province manterranno buona parte delle funzioni di area vasta che hanno oggi, dalle strade alla formazione, passando per energia e ambiente. Dovrebbero cedere ai Comuni, e non alla Regione, solo alcune competenze come la cultura, il sociale e forse l’edilizia scolastica. Anche dopo il 2014, dunque, l’Ente continuerà ad avere un ruolo importante».
Interpellanza di Daniele Lunghi (Lega) sul futuro del centro ricerche floristiche Marche di via Barsanti: «Il bene è nel piano di alienazioni della Provincia, nonostante le rassicurazioni fatte in passato…». Risponde l’assessore Tarcisio Porto: «L’immobile è dentro la società veicolo (Valore immobiliare srl), ma solamente come garanzia. Non è vendibile. Vogliamo valorizzare il centro, pensiamo a una fondazione. I progetti? Pensiamo che possa diventare il laboratorio delle aree Sic e Zps della regione, almeno per la parte botanica e vegetazionale». Poi Giorgio Cancellieri (Lega) sugli invasi: «Quando partiranno gli interventi promessi da anni? Se almeno fossero stati puliti, la neve caduta sarebbe stata capitalizzata. Bisogna risolvere la questione. Altrimenti, nelle emergenze, dobbiamo fare sempre con il pozzo del Burano. Con le conseguenze negative che ne derivano: fiumi, sorgenti e torrenti asciutti». Porto: «C’è un pre-accordo con Enel e stiamo trovando, come Provincia, le risorse necessarie (600mila euro da fondi europei, ndr) per contribuire ad un intervento complessivo da due milioni di euro per recuperare mezzo milione di metri cubi d’acqua. Che corrispondono a un’autonomia di 15-20 giorni d’estate, ossia quella che ci permette di superare l’eventuale crisi idrica. Non solo: abbiamo alzato il livello di attenzione sui prelievi abusivi e insieme a Aato, Marche Multiservizi e Aset  stiamo intervenendo nei punti in cui il deflusso minimo vitale crea probemi ecologici. Il tavolo con Enel è concreto, perché c’è la disponibilità all’operazione. Partiremo da San Lazzaro, poi Tavernelle, coinvolgendo anche il ministero dell’Ambiente».
Il consiglio discute anche di costi della politica. Passa a larga maggioranza (astenuto solo il Pdl, Lega e Udc votano con la maggioranza) l’ordine del giorno sottoscritto da Giorgio Baldantoni (Pd), Gaetano Vergari (Psi), Donato Mariotti (Pd) e dal presidente dell’assise Luca Bartolucci, con emendamenti di Renzo Savelli (Rifondazione), che mira a «ricostruire un tessuto di autentica fiducia nelle istituzioni democratiche e nella partecipazione politica». E chiede pertanto al parlamento «l’approvazione di un pacchetto di riforme coerenti: riforma del Senato, della Camera, dei partiti», poi tocca «Regioni e enti locali» (tra le altre misure menzionate, «divieto di stabilire i vitalizi per i consiglieri regionali, analogamente a quanto stabilito per i deputati) e n«omine in enti e società» («Fissare il tetto massimo di compenso per chi è nominato in enti e società partecipate»).
Passa all’unanimità anche l’ordine del giorno di Daniele Lunghi (Lega) sul tema analogo, che «invita la Regione e il parlamento a rivedere i criteri con cui vengono assegnati indennità e vitalizi. Facendo in modo, tra l’altro, che non ci sia un abuso dei rimborsi spesa per i servizi effettuati». Si legge nel documento: «Anche i politici devono dare il loro contributo in termini di riduzione dei privilegi, perché non possono esistere zone franche all’interno di una società democratica».  

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