Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Consiglio, approvato l’ordine del giorno di Savelli sulla scuola

Unanimità per il documento che sottolinea tagli e sovraffollamento classi

PESARO –  Le problematiche realtive alla «difficile situazione scolastica provinciale», pur con le dovute sfumature nell’attribuzione delle responsabilità, sono riconosciute all’unisono dal consiglio di via Gramsci, che approva all’unanimità l’ordine del giorno presentato sul tema da Renzo Savelli (Rc). L’opposizione sottolinea, in primis, le inadempienze della Regione. La maggioranza, dal lato opposto, quelle del Governo. Alla fine se ne esce con un documento che, grazie agli emendamenti, rappresenta una sintesi dei due fronti per arrivare a «condurre una battaglia comune». Nel testo, che il rifondatore presenta «anche come presidente della terza  commissione», si ricordano le note decisioni ministeriali; si fa riferimento alla riduzione del personale, all’accorpamento e al sovraffollamento delle classi; si ritiene «estremamente dannosa per il buon funzionamento della scuola la continua opera di tagli, con la certezza di un ulteriore aggravamento dello squilibrio già esisitente fra costa ed entroterra» e si invita «la Regione a farsi promotrice di una forte azione contro questi provvedimenti, per recuperare i posti tagliati ed invertire la marcia, predisponendo anche e finalmente una specifica legge regionale nel settore della scuola». L’assessore Alessia Morani: «I problemi riguardano tutte le scuole di ogni ordine e grado. Una situazione che definisco illegittima e incivile. Nel polo Santa Marta-Branca di Pesaro, in una classe ci saranno 32 alunni e 3 disabili; in un’altra avremo 33 alunni con 2 disabili. Senza contare altre 4 classi con 26 alunni e 4 disabili. Al Cecchi di Pesaro c’è anche il problema degli alunni in lista d’attesa. Difficoltà anche al Nolfi di Fano, con due prime, nel corso di Scienze Umane, con 62 iscritti e 6 ripetenti. E al Mengaroni di Pesaro, dove due seconde avranno due studenti diversamente abili e almeno 4 studenti con Dsa certificato ciascuna, su 29 o 30 frequentanti». L’assessore evidenzia anche «che il rapporto spaziale di 1.96 metri ad alunno non viene rispettato da nessuna parte: una situazione ambientale invivibile anche dal punto di vista igienico. Con l’ordine del giorno, vogliamo ricondurre i provvedimenti e i tagli alla soglia della tollerabilità». I nodi si riferiscono, tra l’altro, alla riduzione progressiva delle sezioni a tempo prolungato (che riguardano 25 classi su 40 a livello provinciale, ndr), ai tagli al corpo docente (35 docenti in meno nelle primarie e 12 in meno nella secondaria di primo grado), alla situazione finanziaria e alle scuole di piccoli Comuni. Giuseppe Manganelli (Pd) ricorda i numeri: «8 miliardi di tagli a livello nazionale in 3 anni; 87mila docenti in meno e 40mila unità che verranno a mancare nel personale Ata». Per il capogruppo Pd Domenico Papi, «chi non crede nella scuola di qualità non crede nel futuro. Il meccanismo porta alla diminuzione del livello del servizio, ma così diminuiscono anche gli iscritti. Si vuole tagliare alla radice la pianta». Dall’altra parte, se il capogruppo Pdl Antonio Baldelli nota che «per difendere il diritto allo studio bisogna evitare ideologie e strumentalizzazioni perché la demagogia non paga», ribadendo che «nelle aree interne la riduzione degli iscritti ha principalmente cause demografiche», Roberto Giannotti (Pdl) punta il dito contro «le responsabilità della Regione, perché è dal 2008 che la giunta deve approvare il testo della riforma della scuola. Evidentemente, ci sono incapacità legislative». Ma per Massimo Papolini (Idv), «una classe politica che punta al futuro avrebbe molti sprechi da tagliare, prima di arrivare alla scuola». E sul tema, conclude l’assessore Alessia Morani, soddisfatta del dibattito in aula, «serve fare fronte comune, al di là delle posizioni politiche, per il bene del territorio». In apertura di seduta, interpellanza di Giannotti sul turismo sportivo: «Abbiamo le possibilità, ma si deve fare di più. E’ necessario il rilancio della Camera di Commercio sul settore. E la Provincia deve ambire ad un ruolo di managerialità, anche a livello interistituzionale». Risponde Matteo Ricci: «Abbiamo una buona disponibilità di impianti e stiamo facendo una mappatura delle strutture con il Coni per capire necessità e bisogni. L’obiettivo è pianificare per bacini omogenei. Vogliamo candidare il territorio ad ospitare manifestazioni di discipline ritenute di nicchia, perché sono un buon traino per il comparto. Già facciamo molto su ciclismo, basket e pallavolo e la conferma di Ginnastica in Festa è stata importante, perché gia Rimini si era fatta avanti per avere l’evento. Vogliamo continuare a sostenere queste manifestazioni, compatibilmente con i bilanci. Nelle aree interne lanciamo le bandiere trasparenti, indicatori di qualità. Gia abbiamo 4 bandiere blu per la costa e 3 arancioni per i borghi: ora aggiungiamo un altro elemento destinato alle aree appenniniche, che non vogliamo sottovalutare. Anche in ambito marketing e appeal del territorio…».

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