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Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Confronto e convergenze per il nostro sviluppo

In commento all’intervento di Paolo Andreani del 15 marzo

Il Presidente di Assindustria, Paolo Andreani, propone considerazioni interessanti (Il Resto del Carlino di venerdì 15 scorso) sugli imprenditori, la nostra comunità, il suo sviluppo.

Andreani parte indicando nella libertà quella convinzione, quel valore che da la forza all’imprenditore per superare le mille difficoltà del suo ruolo e per sentirsi partecipe della realizzazione di risultati positivi non solo per se ma anche per il contesto sociale in cui opera, il cui riconoscimento è importante per l’imprenditore.

Considerazioni non solo condivisibilissime riguardo agli imprenditori, ma io dico dal valore universale. La libertà è l’aspirazione, e quindi la molla, di ogni individuo, la storia dell’umanità è intrisa della ricerca della libertà. E l’importanza del riconoscimento sociale per il proprio modo di operare sta nel suo certificare di aver operato bene non solo per la propria libertà, ma anche per quella degli altri.

Qui sta però il punto di partenza della complessità del discorso sulla libertà. Gli imprenditori sanno meglio di tutti che nessuno opera sotto una campana di vetro da laboratorio, ma che, invece, tutti siamo immersi in un mondo reale fatto di uomini e cose interrelati da ineliminabili interdipendenze, per cui, in breve, ognuno interagisce con gli altri e con il mondo.

L’imprenditore non ha bisogno che gli ricordi qualcun altro il fatto che il suo operare consiste nell’organizzare quelli che gli economisti chiamano fattori della produzione, uomini, donne, materie, energie, e così, ineliminabilmente, agisce su tutto e su tutti e con ciò deve confrontarsi.

“Ci sono questioni, dice Andreani, che riguardano l’insieme di una categoria che per essere portate avanti con efficacia richiedono un momento di sintesi tra i diversi interessi che solo una associazione può fare”

Affermazione, anche questa, non solo condivisibile, ma dal valore generale, laddove si evidenzia l’esistenza di interessi diversi, la necessità di produrre sintesi fra di essi ed il ruolo, per questo fine, di istituzioni di regolazione.

Se vi sono interessi divergenti nelle categorie sociali, ve ne sono, ovviamente, a maggior ragione nel complesso della comunità entro cui tutti viviamo e le istituzioni di governo, deputate a produrre le sintesi necessarie a questo livello della convivenza civile e per assicurarne lo sviluppo armonioso, sono il punto focale del funzionamento e delle prospettive di una comunità.

Per questo, occorre che le diverse componenti di una comunità si confrontino sulle questioni che le accomunano ed elaborino assieme le soluzioni che contemperino i diversi interessi in un interesse comune. Nel fare questo sappiamo bene che ogni componente è portatrice di visioni sue proprie, che difficilmente riescono, singolarmente, a salire al livello dell’interesse più generale e ciò al di là della proclamazione della apartiticità dell’organizzazione in cui le categorie si esprimono.

Per questo esistono le istituzioni di governo delle comunità, deputate alla gestione degli interessi generali ed elette democraticamente da tutti e democraticamente sottoposte al giudizio di tutti. Perché tutti votano, anche gli imprenditori naturalmente, e da questo punto di vista altra cosa è l’apartiticità delle diverse organizzazioni alle quali essi affidano la loro rappresentanza, che è ovvio sia rappresentanza di categoria e non sul piano politico.

L’autonomia delle organizzazioni sociali non è però un attributo tale da far ritenere, comunque, per definizione, obiettiva e concreta ogni loro affermazione, perché ogni componente sociale è portatrice di una parte, pur importante, delle esigenze complessive di una comunità, che devono invece scaturire dal confronto e dalla sintesi fra i diversi interessi ed aspettative.

E’ un’opera faticosa, certo, e anche nella nostra realtà, come dice Andreani, si fa fatica a lavorare assieme, ma ritengo che, ciononostante, strade comuni ne abbiamo tracciate e percorse nella storia locale e ne stiamo oggi costruendo di nuove, di fronte a quella società aperta che il Presidente di Assindustria richiama e che anche noi intendiamo debba essere quella delle opportunità e per tutti.

I contributi e le proposte che da Assindustria e da altre organizzazioni sociali sono venute sul Piano di Sviluppo ecosostenibile che insieme stiamo definendo per il nostro territorio sono una dimostrazione concreta della possibilità di lavorare assieme, per un’opera comune, di sistema, a favore di un nuovo e più qualificato sviluppo della nostra comunità.

Su alcuni dei progetti delineati dal Piano di Sviluppo si stanno già ampliando collaborazione e lavoro nel merito, come ad esempio quello per l’internazionalizzazione.

Occorre procedere celermente in questo impegno metodologico, anche se, certo, possono esservi momenti e temi di dialettica e anche di divaricazione fra i diversi soggetti, perché questo è fisiologico in una società, appunto, aperta e democratica, e noi siamo convinti, come peraltro abbiamo dimostrato negli ultimi 50 anni, che sia opportuno governare insieme in armonia questo nostro territorio.

 

 

Pesaro, 19.03.2002

 

 

Sen. Palmiro Ucchielli

 

 

 

 

 

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