Comunicati stampa |
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

“Come il Pil ha guidato la politica del XX secolo, la ricerca sulla felicità potrà guidare quella del XXI”: parola di Alan B. Krueger

Uno dei più importanti economisti del mondo ha puntato l’accento sul valore del benessere. E ha annunciato di aver creato l’indice “U”, per misurare la scontentezza

PESARO – “La ricerca sulla felicità potrebbe guidare la politica del ventunesimo secolo, nello stesso modo in cui il Pil ha guidato quella del ventesimo”. Alan B. Krueger, uno dei più importanti economisti del mondo, docente di Economia e Affari pubblici all’Università di Princeton e fino a pochi mesi fa sottosegretario al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, si è congedato così dal numeroso pubblico presente al “Festival della Felicità”, tra cui imprenditori e rappresentanti di associazioni di categoria. “E’ un onore per me essere a questo Festival – aveva detto appena arrivato - perché lavoro da oltre dieci anni allo studio di nuove misure che consentano di concentrarci sul benessere delle persone, sulla qualità della loro vita, anche allo scopo di fornire indicazioni agli amministratori. Il Pil ha dato un contributo importantissimo nel tempo, ma oggi i suoi limiti li avvertiamo tutti: non tiene conto dell’inquinamento, né delle attività del tempo libero, né della distribuzione del reddito, né di altri aspetti importanti. Come disse nel 1968 Robert Kennedy, misura tutto, tranne ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”. A dare il benvenuto, il presidente della Provincia Matteo Ricci, ideatore del Festival (“La sfida culturale che abbiamo aperto va al di là del territorio provinciale, spero che in Italia ritornino al centro dell’attenzione i problemi veri del Paese, come la qualità della crescita”) e il prorettore dell’Università di Urbino Giancarlo Ferrero (“Spesso gli economisti hanno formulato modelli poco capaci di incidere sulla società, con questo festival, a cui l’Università collabora, vogliamo riportare le finalità dell’uomo al centro dell’economia”).
Come ricordato da Krueger, la misurazione del Bil (benessere interno lordo) è sempre più al centro dell’interesse dei governi, grazie all’attività della “Commissione Sarkozy” e di altre Commissioni create negli Stati Uniti e Regno Unito. Ma c’è un elemento fondamentale di cui tener conto: “E’ solo la persona che può dire se è felice o meno, non un osservare esterno. E bisogna fare una distinzione tra l’esperienza vissuta, con il flusso di emozioni e sentimenti, e la valutazione dell’esperienza, attraverso il ricordo”. Krueger ha poi evidenziato di aver creato, insieme a colleghi, un indice “U” (stato di scontentezza) per “misurare la percentuale di tempo che le persone trascorrono provando sentimenti negativi”. Insoddisfacente, per gli statunitensi, poter dedicare a momenti di socializzazione solo l’8% del proprio tempo, occupare il 16% del tempo in pulizie domestiche o dedicare alla cura dei figli solo il 20%, per non parlare del tempo perso nel pendolarismo. Chissà che la felicità non si possa misurare anche per esclusione…

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