FANO – Dopo la conferenza di servizi che ha portato alla sospensione della procedura per la centrale di biogas di Tombaccia, a Fano, l’assessore all’Ambiente Tarcisio Porto fa chiarezza sulla posizione della Provincia. E ripercorre la vicenda, con una premessa: «Siamo favorevoli alla produzione di energia biogas – specifica -, fonte naturale e non fossile. Anche perché il metano è una molecola a bassissimo inquinamento, utile all’agricoltura e allo sviluppo delle produzioni rinnovabili. La tecnologia è già testata, faremo di tutto per promuovere questi impianti, ma con regole certe». Per Porto, ci devono essere paletti fermi, e cioè «distanze idonee a garantire il benessere dei cittadini e la tutela delle abitazioni dei centri e degli agglomerati urbani». Tradotto: «Prevenire ogni allarme e ogni problema generato dagli odori». Continua l’assessore: «Due settimane fa, proprio per questo, ha scritto al governatore Gian Mario Spacca e alla giunta regionale, per sollecitare la definizione delle linee guida regionali e degli indirizzi di pianificazione necessari ad evitare l’ “effetto cumulo” fotovoltaico e la concentrazione speculativa». Per ora, tuttavia, nessuna risposta da Ancona. «Qualche preoccupazione – aggiunge Porto – si registra nella provincia per la produzione di mais in bassa valle, perché si tratta di una coltivazione idroesigente. E può creare problemi nei mesi estivi, quando i livelli delle falde sono a secco». Per cui, «è necessaria una politica energetica non lasciata al caso» e sul caso della centrale di Tombaccia «ritengo che ci sia una vicinanza eccessiva alle abitazioni e una carente valutazione degli effetti indotti dall’impianti, in primis sulle risorse idriche e sulla certezza di provenienza del materiale». L’assessore conclude con un appello: «Non sappiamo quanti progetti analoghi arriveranno nei prossimi giorni: fermiamo le bocce per evitare l’effetto cumulo e facciamo una pianificazione corretta. Invito la Regione a rispondere alla nostra sollecitazione e a non metterci nelle condizioni di portare avanti politiche pubbliche non corrette».