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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Artic, Ricci apre il tavolo anticrisi: «Provincia, Comune e prefettura chiedono incontro urgente alla proprietà»

Il presidente incontra i lavoratori in sciopero. Il nodo del trasferimento a Jesi

PESARO – Tra i lavoratori e i sindacati c’era anche Matteo Ricci, stamattina a Montelabbate, davanti ai cancelli chiusi della Artic. Un incontro non programmato ufficialmente ma il presidente della Provincia, di sua iniziativa, ha deciso di raggiungere il gruppo che da ieri staziona davanti al capannone. Lungo colloquio, poi Ricci comunica la decisione: «Chiederemo un vertice urgente con la proprietà, insieme al prefetto Attilio Visconti e al sindaco Claudio Formica (anche lui presente, ndr)». Si apre dunque in via Gramsci un nuovo tavolo anticrisi: «E’ una situazione complessa - sottolinea il presidente -. Non ci sono problemi legati alla domanda, perché il prodotto si vende, anche grazie all’elevata professionalità dei dipendenti, A quanto sembra di capire, invece, esiste un’esposizione finanziaria forte del gruppo Clabo, proprietario dell’Artic («pari all’8 per cento – rimarcano i sindacati - su 36 milioni di fatturato»)». Per cui: «Non abbiamo la bacchetta magica, ma giocheremo il nostro ruolo, tenendo insieme tutti i soggetti necessari per la ricerca della migliore soluzione possibile». Due ordini di problemi: «Da un lato – continua il presidente della Provincia – c’è la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali, tutelando e salvaguardando le competenze e le professionalità dell’azienda. Dall’altro, c’è la questione del mantenimento del sito produttivo: parliamo di un marchio che ha un grande storia nel territorio». Nell’ambito del nuovo piano industriale da presentare alle banche Clabo, per ridurre i costi, trasferirebbe completamente l’attività produttiva nella sede centrale di Jesi. Con conseguenze notevoli per i 50 dipendenti: si parla di un solo pulmino da dieci persone che eventualmente farebbe la spola tra Montelabate e Jesi. «Ma non è questa, ovviamente, la soluzione», sottolineano i sindacati. Che rimarcano il grande timore sul fronte dei tagli al personale: «Il vero risparmio non sarebbe nel pulmino o nell’affitto del capannone risparmiato, ma nei 40 operai costretti a rimanere a casa. Senza considerare che a Jesi l’azienda non potrebbe contare su una vera filiera alle spalle…». Matteo Ricci, che anche oggi ha ribadito la vicinanza dell’Ente ai lavoratori, è deciso a percorre tutte le vie, utilizzando ogni leva: «Ci attiveremo anche attraverso i canali istituzionali per cercare di avere una sponda da Jesi. Vogliamo ottenere tutte le informazioni necessarie, in queste ore, e vedremo se ci saranno dei margini. Nel frattempo, mettiamo a disposizione dei dipendenti tutte le misure che abbiamo per cercare di tamponare la situazione, dal fondo anticrisi al microcredito…».

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