Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Patrizia Benvenuto

Alcoladolescenza, 333 ragazzi coinvolti

Bilancio del progetto della Provincia con Algor di Fano in 14 scuole medie del territorio

Una nuova battaglia vinta contro il disagio giovanile. Si è conclusa la terza edizione di “Alcoladolescenza”, il progetto della Provincia realizzato insieme all’associazione Algor di Fano contro il “male del bere”, l’etilismo, una dipendenza che si sta diffondendo in maniera allarmante anche tra i ragazzi del territorio.

L’intervento era rivolto agli alunni delle scuole medie e alle loro famiglie: tra Montefelcino-Isola del Piano, Pergola, Cagli-Cantiano, Orciano, Macerata Feltria-Carpegna, Urbino-Gallo di Petriano, Urbania, Tavullia (Pian del Bruscolo), Mondolfo, Sant’Angelo in Vado-Mercatello sul Metauro, Novafeltria, San Lorenzo in Campo, Pennabilli e Montecalvo in  Foglia (per gli ultimi cinque si è trattato di una new entry) sono stati in tutto 14 gli istituti comprensivi coinvolti per un totale di 333 ragazzi e 1.009 nuclei familiari. Il progetto si è articolato in tre incontri per ciascuna scuola condotti da una coppia di operatori di Algor.

«L’esperienza è stata anche quest’anno entusiasmante - sottolinea l’assessore alle politiche sociali Graziano Ilari -, coinvolgimento e partecipazione si sono registrati in tutte le scuole. L’esito positivo degli incontri risulta anche dal fatto che si è riusciti a valorizzare le potenzialità del gruppo, lavorando sulle competenze di ciascun ragazzo. Durante gli incontri è emerso che effettivamente era necessaria una corretta informazione e che nella fase adolescenziale i giovani non hanno un vero e proprio motivo che spieghi il perché piace loro bere. Ritengo che il progetto di prevenzione possa essere arricchito con il coinvolgimento degli insegnanti, attraverso specifici momenti di incontro, e una sempre maggiore consapevolezza del problema da parte delle famiglie».

«In tutti gli istituti - racconta Sonia Tranquilli, psicologa di Algor - sono stati utilizzati la “peer education” e i lavori di gruppo in classe. La “peer education” è un metodo in base al quale i ragazzi vengono responsabilizzati, formati e coinvolti per realizzare specifiche attività con i coetanei. Il lavoro ha affrontato sia l’aspetto informativo, sui rischi dell’uso-abuso dell’alcol, sia soprattutto il rafforzamento psicologico, attraverso lavori individuali e simulazioni di giochi di ruolo. La “peer education” si è dimostrata molto preziosa per i ragazzi e ha dato risultati in particolare nella coscienza di sé e della propria generazione».

 

 

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