Riqualificare il tessuto urbano privilegiando le aree pedonali, i percorsi ciclabili e i parchi attrezzati, potenziare i servizi in una logica sempre più opportuna di decentramento di quelle zone cittadine che, per la loro collocazione, risultano meno centrali ma non per questo meno importanti, sono soltanto alcuni dei contenuti del progetto, frutto del lavoro svolto nell'ambito del Laboratorio strategico della Città futura dell'Unione dei Comuni Pian del Bruscolo (Comune di Tavullia - Comune di Montelabbate - Comune di Monteciccardo - Comune di Sant'angelo in Lizzola - Comune di Tavullia)
Saranno gli architetti Maurizio Bartoli, dirigente del Servizio Urbanistica dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, e Ugo Baldini, Presidente Caire-Urbanistica, a portare alla ribalta quello che entrambi definiscono “un progetto all’avanguardia per l’omogeneità e lo sviluppo funzionale del territorio”, promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dai 5 Comuni dell’Unione Pian del Bruscolo. Con loro anche l’ingegnere Federico Paci, in rappresentanza del Laboratorio strategico, un gruppo di 15 giovani, laureati e diplomati in diverse discipline, che hanno lavorato per più di un anno all’elaborazione di idee, pianificazioni, programmi finalizzati alla nascita della Città futura. Un percorso articolato, fatto dai giovani e pensato, innanzitutto, per i giovani che sono, appunto, il futuro.
“Un esempio concreto, funzionale e funzionante - sottolinea il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino - di governo omogeneo del territorio: questo sarà la Città futura. E, non a caso, abbiamo scelto di affidare ai giovani la progettazione di quella che sarà, soprattutto, la loro città. Spetta a loro conoscere, analizzare e quindi costruire gli spazi in cui vivranno, lavoreranno, in un’ottica, indispensabile, di sviluppo e di economia sostenibili. Si tratta di un progetto ambizioso, è vero, ma non di un’utopia. In tutto il Paese dovrebbero sorgere, pian piano, “Città future” in quelle aree di periferia industriale che attorniano i medi e grandi centri urbani e che oggi richiedono, vista la loro ricchezza produttiva e la densità demografica, di pensare a nuove centralità, a nuovi modi di vivere gli spazi insediativi”.
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