PESARO – Verranno affrontate anche le problematiche che alluvioni, frane, siccità, incendi hanno provocato in generale, ed in particolare sul territorio provinciale (basti pensare agli incendi al Parco del Monte San Bartolo e alle Cesane di Urbino), nella giornata di studi su “L’ingegneria naturalistica nel contrasto al dissesto idrogeologico e nella difesa delle coste in ambito mediterraneo” che si svolgerà domani, venerdì 18 maggio, a partire dalle ore 9, all’Hotel Savoy di Pesaro, ad ingresso libero.
Al centro dell’attenzione sarà proprio il ruolo che l’ingegneria naturalistica può svolgere nella prevenzione e nel contrasto al dissesto idrogeologico, nella difesa delle zone costiere, nella tutela e riqualificazione del paesaggio.
Per l’occasione arriveranno a Pesaro anche due personalità di spicco in ambito nazionale, Erasmo D’Angelis (segretario dell’Autorità di Distretto Appennino Centrale, che ha competenza sul distretto idrografico comprendente Umbria, Marche, parte dell’Abruzzo, del Lazio e della Toscana, territori colpiti dai terremoti, ma anche da frane (sismo-indotte e pluvio-indotte e alluvioni) e Mauro Grassi, già direttore di #italiasicura, la struttura di missione per il contrasto al dissesto idrogeologico istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
L’iniziativa è promossa dal Centro Studi Alta Scuola di Orvieto (presieduto da Endro Martini) insieme a JemmBuild (di cui è direttore tecnico Ettore Marrone) e alla Provincia di Pesaro e Urbino, nell’ambito del progetto europeo “Ecomed”, Erasmus+ con 14 partner (Università, progettisti e imprese) di 8 paesi.
“Il progetto e la Giornata di Studio proposta - spiega Endro Martini - si propone di migliorare il dialogo tra il mondo accademico e quello tecnico applicativo, per una corretta progettazione e attuazione di interventi a basso impatto ambientale e a basso impegno economico, che possono contribuire alla prevenzione del dissesto e alla risoluzione di molte situazioni dove la riqualificazione ambientale nel rispetto della naturalità dei luoghi, collinari o fluviali, è richiesta. Ma anche nelle attività di manutenzione in generale e in particolare di sponde fluviali o di scarpate in dissesto, l'ingegneria naturalistica può dare un contributo sostanziale".