Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Oltre 200 studenti alla proiezione di “Musi neri. Storie di uomini e carbone”, con testimonianze inedite di ex minatori

Iniziativa nell’ambito del progetto europeo Minerve. L’assessore Massimo Seri: “Il documentario racconta la storia di quanti emigrarono da questo territorio in cerca di un futuro migliore”

PESARO – “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”. E’ con questa frase di Luis Sepulveda che si conclude il documentario “Musi neri. Storie di uomini e carbone”, proiettato al Cinema Teatro Astra alla presenza di oltre 200 studenti del “Mengaroni”, “Genga” e “Santa Marta”, coinvolti nel progetto europeo “Minerve”, di cui la Provincia è capofila. Il documentario, realizzato dal giornalista videomaker della Provincia Filippo Biagianti, ripercorre la storia di tanti uomini che partirono anche da questo territorio per lavorare nelle miniere di Marcinelle e Charleroi. Il tutto, attraverso interviste inedite ai minatori o ai loro familiari e immagini girate in Belgio nell’anniversario della tragedia di Marcinelle, dove morirono 130 minatori italiani (9 della provincia di Pesaro e Urbino).

“Il documentario – ha sottolineato l’assessore ai Rapporti con i cittadini della provincia di Pesaro e Urbino nel mondo Massimo Seri – racconta una pagina importante, quella di uomini e donne che anche da questo territorio, nel ‘900, emigrarono per dare alle famiglie una vita migliore. Un’occasione per ripercorrere il nostro processo di crescita sociale ed economica, ma anche per comprendere meglio il nuovo fenomeno dell’immigrazione. Ci deve insegnare a rispettare chi è meno fortunato, a non calpestare la dignità delle persone”.

“Il video – ha detto la responsabile del progetto Minerve Clara Santin - aiuta a capire cosa vuol dire lasciare tutto per un futuro migliore. Spinti dalla fame, con l’appannaggio di un lavoro ben retribuito e di una casa, molti italiani andarono a lavorare nelle miniere del Belgio. Si ritrovarono a vivere in baracche, malvisti dai belgi perché accettavano il lavoro che loro non volevano fare: senza tutele e pericoloso”.

“E’ un capitolo della nostra storia che poteva essere raccontato solo attraverso le testimonianze dirette – ha spiegato Filippo Biagianti -. Ho incontrato persone che hanno sofferto, ma non hanno mai perso la dignità. Se oggi la Miniera di Marcinelle è diventata un museo minerario, è grazie all’associazione dei Minatori che si è battuta affinché non fosse trasformata in un centro commerciale”

“Abbiamo lavorato due anni fa sul tema dell’emigrazione – ha detto il vice preside del Mengaroni Alberto Sacco - ed abbiamo vissuto, con un gruppo di studenti, l’esperienza del viaggio a Marcinelle. Di fronte al fenomeno dell’immigrazione, è importante ricordare che anche noi siamo stati emigrati”.

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