Comunicati stampa | Dalla Provincia

Giovani allo sbando, il commento dell’assessore alla Pubblica istruzione

Renzo Savelli interviene dopo gli ultimi fatti di cronaca denunciati dagli organi di informazione

di Renzo Savelli *

 

“Le gravissime notizie che da troppi giorni riempiono i mass-media italiani (episodi di bullismo, stupri, violenze sessuali, diffusione in rete di materiali pedo-pornografici) ci parlano - di solito in ritardo rispetto al loro svolgimento - di fatti vergognosi che se non contrastati adeguatamente rischiano di diventare la ‘tragica realtà’ relazionale - esistenziale di una crescente aliquota del mondo giovanile.

Qualcuno ha scritto che si tratta della punta di un iceberg. E’ difficile negare tale affermazione. Quel che è certo è che gli episodi di brutalità, di violenza, di scherno, di regressione nei rapporti di civiltà che davamo per acquisiti si stanno moltiplicando paurosamente e che in questi casi i protagonisti non sono gli immigrati, ma i nostri giovani e le nostre giovani, i figli dei nostri amici o del vicino di casa con i quali abbiamo rapporti cordiali o scambiamo parole di cortesia. E’ quindi questa ‘normalità’ che va indagata e capita per attrezzarci a prevenirla.

In questa direzione intendo offrire il mio contributo.

E’ chiaro a tutti che il modello di comportamento ormai diffuso è quello cultural – consumistico: esso ha contribuito a produrre la ‘precocizzazione dell’adolescenza’, l’anticipo cioè di quelle comprensibili pulsioni e desideri relazionali che oggi vengono avvertiti già nella fase della pubertà, fase che pare cancellata dall’esperienza esistenziale dei giovani di oggi, che sembrano passare dall’infanzia direttamente all’adolescenza. Questo processo di ‘cancellazione della pubertà’ è stato favorito da vari fattori, quale l’uso - non controllato dagli adulti - di internet, dove non si trovano solo informazioni per le ricerche scolastiche, ma di tutto, dalla visione di film porno alla possibilità di chattare con persone ignote (un quarto dei giovanissimi ha ricevuto proposte sessuali); la diffusione di video - giochi sempre più violenti ed aggressivi; l’uso dei telefonini (l’Italia è la prima al mondo) già in mano ai bambini dell’elementari con la falsa giustificazione del controllo a distanza; la superficialità delle relazioni; la banalizzazione del sesso, ridotto anch’esso ad un oggetto di consumo; la frequentazione di locali non proprio adatti; il rientro a casa in orari non usuali per l’età; la scusa che anche i compagni lo fanno e altrimenti si sentirebbero ‘fuori del cerchio’; l’uso di un linguaggio volgare anche nei pulmini del Comune.

Non a caso alla brutalità degli stupri di gruppo fanno da pendant, come rilevato dai recentissimi fatti di Livorno, le relazioni consenzienti di tredicenni – quindicenni, dei due sessi con le relative riprese e diffusione col telefonino, l’episodio della dodicenne sorpresa dai soliti video-telefonini durante un rapporto con il ‘fidanzatino’ e la falsa accusa di violenza rivolta ad un giovane marocchino, le sfide - nei bagni maschili di alcune discoteche – di giovanissime a chi soddisfa più ragazzi, le quattordicenni usate come cubiste in discoteche pomeridiane.

Insomma, se l’età cronologica è quella della pubertà, l’età mentale ed il vissuto sono ormai quelli sempre più dell’adolescenza, priva però di quel rispetto di sé e della propria persona, ma anche degli altri che pure nel passato connotava l’adolescenza.

La ‘educazione ai sentimenti’ non può essere delegata alla scuola, alla parrocchia, all’associazione attiva nel quartiere: esse possono “concorrere” a raggiungere una sana maturità emotivo-relazionale, ma il compito primario torna alla famiglia. Non a caso i giudici di Milano hanno richiamato i genitori alle loro responsabilità, non solo quando i rispettivi figli commettono dei reati, ma anche quando sciupano la loro vita.

L’augurio è che si apra un vasto dibattito nazionale e locale fra tutti i soggetti interessati all’educazione dei giovani per capire meglio gli errori fatti e per adottare le strategie adeguate e combattere l’attuale situazione modificando i comportamenti degli adulti e, di conseguenza, anche quelli dei giovani”.

 

* Assessore alla Pubblica istruzione della Provincia di Pesaro e Urbino

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